Oltremare – Deja-vu
Se si volesse fare del bene in modo disinteressato a livello internazionale, si potrebbe per esempio creare una enorme task force sparpagliata per ogni continente che dia spassionati consigli a ogni governo basandosi sulle esperienze di altre nazioni. Una specie di micro-ONU, solo con funzioni informative. Le nefandezze e imbecillità compiute da un dato paese dovrebbero esser portate ad esempio negativo, e i successi invece come proposte costruttive. La task force dovrebbe avere solo potere consultivo, ma nessuno si sognerebbe di non seguire le sue indicazioni – perchè cadere in errori già sperimentati altrove?
Sarei disposta ad essere uno dei consiglieri di questa assemblea di auto-aiuto, posso nel mio piccolo portare molte informazioni utili di vita vissuta italiana al totale servizio di Israele, agli ordini. Per esempio, potrei dire alla polizia (qui è la polizia, non la magistratura) che una retata di arresti con accuse pesanti di corruzione e abuso di fondi pubblici a due mesi dalle elezioni, ai danni di un partito con una struttura verticalmente inossidabile, ha i suoi vantaggi – picco di ascolti dei telegiornali – ma lascia abbastanza il tempo che trova. Specie se gli scandali si ripetono ogni 12-18 mesi.
Si sa, i pragoni sono impossibili fra i partiti italiani e quelli israeliani, e un italiano che immigra ci mette non poco a ri-orientarsi. Soprattutto fino ad un anno e mezzo fa, quando ancora non era possibile per un italiano comprendere un sistema politico dal quale mancava il politico che teneva il potere per un ventennio. Per i governi che non tengono statisticamente quasi mai fino a fine legislatura, invece, noi Italkim siamo rodati. E alla categoria olimpica più amata, quella del salto senz’asta fra partiti, siamo fin troppo abituati. Qui in Israele negli ultimi anni va molto di moda l’improvvisa vocazione politica di giornalisti, con alterni sucessi, e anche su quello potrei portare qualche milligrammo di sagezza italica.
Se formano la task force chiamatemi. Sennò resto qui a contare i deja-vu.
Daniela Fubini, Tel Aviv twitter @d_fubini
(29 dicembre 2014)