Rewalk, passi da riconquistare
Artie Abrams è uno dei protagonisti della serie tv di culto Glee: ambientato in una high school americana, il telefilm racconta le vicende del coro della scuola. Un gruppo di adolescenti tutt’altro che popolari: Mercedes è in sovrappeso, Puck aggressivo, Rachel odiosa, Brittany con qualche rotella fuori posto. Artie fa parte del club ed è costretto a personalizzare ogni coreografia perché, a differenza degli altri, si trova sulla sedia a rotelle. Fino a una puntata speciale che per quaranta minuti lo fa sognare: in “A very Glee Christmas” arriva per lui Rewalk, un esoscheletro basato sui sensori di movimento. Sensori che, percependo gli impulsi degli arti superiori, permettono ai paraplegici di camminare. Un miracolo di Natale. O forse è meglio dire di Chanukkah. Sì, perché, Rewalk è un innovativo progetto made in Israel. Il Sole 24 Ore racconta come è nato: “Questo tipo di esoscheletro lo ha creato l’ingegnere Amit Goffer, che paradossalmente non ne può beneficiare perché è tetraplegico e le gambe robotiche di sua invenzione funzionano solo con paraplegici che abbiano però l’uso delle braccia. Infatti il busto trasmette l’intenzione di camminare o fermarsi alle gambe motorizzate, attraverso sensori e un computer posto in uno ‘zaino’, mentre le braccia servono a impostare i comandi del programma, e a rimanere in equilibrio con l’utilizzo di stampelle”. “Goffer – spiega www.rewalk.com – ha fondato la compagnia nel 2001, ispirandosi alla propria storia personale. Il suo scopo è quello di sviluppare un prodotto che permetta a persone con la spina dorsale danneggiata di poter camminare nuovamente. La piccola start-up di sua invenzione è diventata poi una compagna internazionale con quartier generale in Israele, America e Germania”. Ma cosa può davvero fare Rewalk? “Il sistema è stato progettato – continua il sito – per essere usato a casa o a lavoro e su terreni di diverso tipo. Con Rewalk si può stare in piedi, ci si può sedere, camminare ed addirittura salire e scendere le scale”. Un prodotto alimentato da batterie che devono essere ricaricate durante la notte. Per essere efficace è necessario poter disporre dell’uso di spalle e braccia, avere un sistema cardiovascolare sano e seguire il programma di riabilitazione Rewalk. L’amministratore delegato Larry Jansiski tiene a sottolineare che l’esoscheletro non può rimpiazzare del tutto la sedia a rotelle ma che è uno strumento complementare ad essa. La sedia a rotelle può infatti essere più adatta quando si tratta di lunghe distanze. “Rewalk – spiega al Jewish Journal – permette attività come andare a fare shopping o partecipare ad un evento conviviale. Una compagnia come la nostra può svilupparsi al meglio in un paese come Israele. Vige infatti una cultura che permette di essere più veloci. Il governo ci supporta e istituti come il Technion offrono sovvenzioni fondamentali per continuare la ricerca e l’implementazione”. E se il mondo ha accolto il progetto a braccia aperte, l’Italia ha una incredibile storia da raccontare: sul sito della regione Lombardia viene documentata l’esperienza della giovane Manuela Migliaccio, che due anni fa è stata la prima persona a partecipare ad una corsa di 5 chilometri utilizzando Rewalk: Manuela ha raccontato come la sua emozione più grande sia stata quella di tornare a guardare le persone negli occhi. La partnership tra Israele e Lombardia ha permesso di sperimentare l’esoscheletro in diversi centri tra cui Villa Beretta di Costa Masnaga e il Domus Salutis di Brescia. Ma anche a Roma si stanno facendo nuovi passi all’ospedale Bambin Gesù. Lo scorso anno persino il presidente americano Barack Obama, durante la sua visita in Israele, ha assistito alla presentazione di Rewalk: a dimostrare le sue potenzialità il sergente Theresa Hannigan, veterana della guerra in Vietnam che ha ricordato: “Due anni fa mi dissero che non avrei mai camminato di nuovo. Ma oggi, grazie a questa tecnologia, posso davvero fare di tutto. Compreso abbracciare la mia famiglia”.
(Pagine Ebraiche gennaio 2015)
(Nell’immagine la giovane Manuela Migliaccio, che due anni fa è stata la prima persona a partecipare a una corsa di 5 chilometri utilizzando Rewalk).
(5 gennaio 2015)