Indipendenza ma anche sicurezza – Palestina, le condizioni italiane
Con una larga maggioranza espressasi a favore di due diverse mozioni – una presentata dal Partito democratico, l’altra dal Nuovo Centrodestra – l’aula della Camera ha dato il proprio via libera al riconoscimento dello Stato palestinese da parte del governo. Un’iniziativa, dall’esclusivo valore simbolico, su cui si è verificata da giorni una spaccatura all’interno delle forze dell’esecutivo tra chi ha preso una posizione determinata (mozione Pd) e chi ha invece subordinato il proprio consenso a una intesa politica tra Al Fatah e Hamas (mozione Ncd). Decisivo l’intervento del ministro degli Interni Angelino Alfano, leader di Ncd, che ha fatto sì che l’aula riconoscesse la centralità del negoziato come presupposto imprescindibile per un futuro di pace nella regione. Altre opzioni rischiavano di rivelarsi non solo inutili e inopportune ma anche controproducenti rafforzando ad esempio chi, come Hamas, si prefigge di imporre un regime di terrore e oscurantismo.
Si conferma quindi la linea indicata dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna che, in occasione del voto favorevole dell’Italia al riconoscimento della Palestina come Stato osservatore ai lavori delle Nazioni Unite, ebbe a ricordare come solo trattative dirette tra lo Stato di Israele e l’Autorità nazionale palestinese “possano far compiere passi decisivi al processo di pace, che invece sarebbe indebolito da iniziative unilaterali e non preventivamente concordate sia presso le Nazioni Unite sia presso altri organismi internazionali”.
Soddisfazione per il rilievo che è stato dato all’ambito negoziale è epressa dall’ambasciata d’Israele a Roma. “Tutti i governi d’Israele, a partire dagli accordi di Oslo, hanno accettato e fatto propria l’idea di due Stati per due popoli. Dopo le elezioni e la formazione di un nuovo governo in Israele a marzo – si legge in una nota – è necessario che i palestinesi decidano di tornare al tavolo delle trattative senza precondizioni, per portare avanti la pace e la sicurezza fra i due popoli”.
Intervenendo oggi alla Camera il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha affermato: “C’è il diritto dei palestinesi a un loro Stato e il diritto dello Stato di Israele a vivere in sicurezza di fronte a chi per statuto vorrebbe cancellarne l’esistenza. In questo quadro il governo valuta favorevolmente l’impulso parlamentare a promuovere il riconoscimento di uno Stato palestinese e a fare tutti gli sforzi per riprendere il negoziato tra le parti”. Il governo ha espresso il proprio sostegno ad entrambe le mozioni giudicate con favore dall’aula.
Nella mozione del Pd si impegna il governo a sostenere in ogni sede l’obiettivo della costituzione di uno Stato palestinese “che conviva in pace, sicurezza e prosperità accanto allo Stato d’Israele, sulla base del reciproco riconoscimento e con la piena assunzione del reciproco impegno a garantire ai cittadini di vivere in sicurezza al riparo da ogni violenza e da atti di terrorismo”.
La mozione del Ncd impegna invece il governo a promuovere “il raggiungimento di un’intesa politica tra il gruppo islamico Hamas e il suo antagonista laico Al-Fatah che, attraverso il riconoscimento dello Stato d’Israele e l’abbandono della violenza, determini le condizioni per il riconoscimento di uno Stato palestinese”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(27 febbraio 2015)