Israele – Il gas e i rapporti con i vicini

leviathanOltre a Israele, tra coloro che guardano con preoccupazione alle trattative tra Usa e Iran sul nucleare troviamo l’Egitto del generale Al-Sisi. Le relazioni tra il Cairo e Teheran sono complicate e gli egiziani non vedono di buon occhio un possibile consolidamento del potere del regime iraniano in Medio Oriente. Di converso, vista la sua politica ferocemente anti-israeliana condita con invocazioni alla distruzione dello Stato ebraico, a Teheran rimarrà indigesto il sempre più vicino accordo tra Israele ed Egitto in merito alla fornitura di gas. In un’intervista al Wall Street Journal, infatti, il ministro egiziano dell’Energia Sherif Ismail ha dichiarato che se il prezzo offerto per il gas della piattaforma israeliana Tamar sarà conveniente e se si supererà il contenzioso con un altro fornitore, allora l’Egitto potrebbe rifornirsi da Israele. “Approveremo l’accordo sul gas se andrà incontro alla domanda interna, se costituirà un importante valore per l’economia egiziana e se l’arbitrato internazionale con una delle aziende sarà risolto”, ha dichiarato Ismail al Wall Street Journal, che spiega il riferimento al contenzioso: l’Egitto vorrebbe che la Union Fenosa Gas, una joint venture tra l’italiana Eni e la spagnola Gas Natural, lasci cadere una denuncia all’arbitrato internazionale contro il Cairo in merito a una questione contrattuale.
Se la firma di un accordo per la fornitura in Egitto dovesse andare in porto, il paese guidato da Al-Sisi sarebbe uno dei primi a importare gas israeliano proveniente dai due giacimenti Leviathan e Tamar, scoperti nel 2010 e che conterrebbero secondo le stime 650 miliardi di metri cubi di gas.Secondo il Journal, Israele sta considerando di esportare anche verso Cipro e la Turchia mentre lo scorso anno era già stato firmato un accordo con la Giordania.
Nonostante i rapporti con Israele si stiano normalizzando, con una collaborazione sul fronte del contrasto al movimento terroristico di Hamas nella Striscia di Gaza, secondo il Journal una stretta di mano sul gas tra i due paesi potrebbe portare a proteste interne. L’Egitto in ogni caso sta affrontando una delle peggiori crisi energetiche degli ultimi decenni, per cui l’opzione israeliana è al vaglio delle autorità dal Cairo.
Dal punto di vista israeliano, i giacimenti di gas sono una grande opportunità di crescita e sviluppo economico: “queste scoperte sono destinate a creare un nuovo ordine energetico nel quale Israele può giocare un ruolo di primo piano – scrivevano lo scorso ottobre Marco Carrai e Leonardo Bellodi sul Corriere della Sera – I numeri sono infatti tutto rispetto: Leviathan potrebbe garantire il consumo di gas dei 28 Paesi dell’Ue per più di un anno e quello di Israele per più di 80. E nessuno sa quanto altro gas potrà essere scoperto ancora nella zona. Le conseguenze di queste scoperte sono importanti per il mercato domestico di Israele che, dal 1948, è stato dipendente dalle importazioni di energia, spendendo più del 5% del proprio Pil, con conseguenze per il proprio bilancio e per la propria sicurezza”.

d.r.

(5 marzo 2015)