Israel Prize – Dopo l’intervento di Netanyahu
Il premio rigetta le ingerenze

israel prizeIl prestigioso Israel Prize per la letteratura quest’anno non verrà assegnato. A dichiararlo Jonathan Moses, dell’avvocatura di Stato, a margine dell’audizione tenutasi questa mattina presso l’Alta Corte di Giustizia di Israele e legata alla petizione presentata da diversi artisti israeliani in cui si chiedeva la sospensione per quest’anno dell’assegnazione del premio. Motivo, l’intervento del primo ministro Benjamin Netanyahu sulla composizione della giuria dell’Israel Prize e le conseguenti dimissioni di di cinque membri della stessa. Dall’ufficio di Netanyahu era arrivato il veto sulla nomina di tre giudici, i professori Avner Holtzman e Ariel Hirschfeld e il produttore Chayim Sharir, gesto considerato dagli altri membri della commissione come un’inaccettabile intromissione. “L’intervento del premier rappresenta la politicizzazione del più importante riconoscimento di Israele, che dovrebbe essere concesso esclusivamente su considerazioni professionali e artistiche” avevano dichiarato i dimissionari, solidarizzando con Holtzman, Hirschfeld e Sharir . Dopo il passo indietro dei giurati, il ministero dell’Educazione, retto ad interim da Netanyahu dopo le dimissioni di Shai Piron (in polemica con il premier per questioni non inerenti al premio) avrebbe dovuto nominare una nuova giuria. Non è stato fatto. Anzi il consigliere legale del governo Yehuda Weinstein aveva chiesto a Netanyahu di non esercitare pressioni sulle nomine e il primo ministro si era trovato costretto a fare marcia indietro, annullando il veto sui tre giudici considerati indigesti. Ma prima aveva espresso chiaramente il suo punto di vista con un post su Facebook: ““Troppo spesso sembra che membri estremisti della giuria concedano premi ai loro amici e poi ci sono troppi antisionisti, radicali, pacifisti e pochi rappresentanti delle altre componenti della nazione”, l’accusa di Netanyahu. Strali che avevano portato al ritiro di molte candidature illustri, tra cui quella dello scrittore David Grossman, tra i favoriti per l’assegnazione del premio alla Letteratura. “La mossa di Netanyahu – aveva dichiarato Grossman – è un sotterfugio cinico e distruttivo che viola la libertà di spirito, il pensiero e la creatività di Israele. Io rifiuto di cooperare con questo”. Posizione simile a quella di altri nomi importanti della cultura israeliana: Haim Be’er,, Sami Michael, Yigal Schwartz, Renen Schorr e Ruth Dayan.

d.r.

(9 marzo 2015)