Israele – Elezioni al fotofinish

Taglio alto pag 8-9 - Campagne social 1A iniziare tutto fu il video che non doveva essere. In Israele, in vista delle elezioni in programma il 17 marzo 2015, la campagna elettorale è apparsa piuttosto appannata. Sondaggi, tentativi di offrire al pubblico qualche forma di contenuto, un paio di scandali. Ma se si pensa che uno dei più discussi è stato la presunta appropriazione dei coniugi Netanyahu del migliaio scarso di dollari derivati dalla restituzione delle bottiglie di vetro – che in Israele se restituite vuote fruttano qualche centesimo – utilizzate nella loro residenza, ben si coglie il livello di generale stanchezza di idee. Un pizzico di verve è stato però offerto da un fenomeno non nuovo delle elezioni israeliane, ma che in questo 2015 sembra vincente nel fare notizia: gli spot elettorali, brevi video che con una certa dose di ironia (o meno) cercano di attirare l’attenzione dell’elettore.
Tutto è cominciato appunto con un video che, ormai diffuso in rete, non doveva diventare pubblico: uno smagliante, anche se un po’ macchinoso Bibi Netanyahu, primo ministro uscente e leader del partito di centrodestra Likud, alle prese con un caotico asilo, con i piccoli e agitati alunni pronti a offrire una puntuta allegoria degli avversari politici del premier. Così Yair dal ciuffo all’insù scuote incessantemente un pallottoliere (l’allusione è a Yair Lapid, leader di Yesh Atid e fino a pochi mesi fa ministro delle Finanze), prima di accapigliarsi con Naftali, camiciola azzurra e kippah srugah (all’uncinetto), alter ego dell’omonimo Bennett, a capo della destra nazional- religiosa di Habayt Hayehudi. “Smettetela di litigare per la sedia” rimbrotta Bibi con esasperata pazienza. Mentre una bambina dalla castana chioma saltella qua e là, prima di essere sgridata perché “si sposta da un posto all’altro” (il riferimento è a Tzipi Livni, insieme a Isaac Herzog leader del ticket di centrosinistra Machane Tzionì, ma già esponente del Likud e Kadima). Il video è stato bandito dall’Israel’s Central Elections Committee perché i bambini non possono essere utilizzati per la campagna elettorale. Ma la campagna è proseguita con il “Bibi-sitter”: due genitori Taglio alto pag 8-9 - Campagne social  3attendono l’arrivo del baby sitter e si presenta il primo ministro: “Le prossime elezioni vi chiedono di scegliere a chi volete affidare i vostri figli, a me o a Tzipi e Bouji (Herzog ndr)” spiega Netanyahu.
Si propone di prendere in giro gli israeliani di sinistra invece Bennett, che travestito da hipster telavivese, va in giro per la città chiedendo scusa a tutti per qualsiasi cosa: all’autista della macchina che lo tampona, alla ragazza che lo spintona per strada… “Basta chiedere scusa, noi amiamo Israele” il motto finale di Bennett mentre si toglie barba e occhiali finti.
Diverso lo stile adottato dal duo Herzog-Livni, che presentano la coalizione dei propri partiti, Avodah e Hantua, insistendo sulla discontinuità da Natanyahu, scegliendo filmati semplici e sobri. “Dall’ufficio della mia campagna non verrà prodotto nessun video umoristico. La situazione di Israele non fa proprio ridere” ha spiegato il leader Taglio alto pag 8-9 - Campagne social 2laburista, che in giacca e cravatta a mezzobusto si presenta e spiega perché votarlo. “Siamo noi, o è lui” recita invece il messaggio finale di un breve cartone animato, colori vivaci e personaggi stilizzati, che cerca di trasmettere alcuni contenuti programmatici.
In generale, il focus sembra essere ricordare agli elettori che votare l’avversario è una pessima idea, piuttosto che spiegare perché il proprio partito sia la scelta giusta. Il che non promette di far nascere la nuova legislatura sotto i migliori auspici. Più che di sterili battibecchi, gli analisti concordano, Israele ha bisogno di nuove idee.

Rossella Tercatin, Pagine Ebraiche Marzo 2015

(16 marzo 2015)