Fratelli americani, io vi accuso
Chi scrive queste poche righe è un ebreo israeliano che fino a pochi anni fa è vissuto in golà. Sono nato e cresciuto in Italia, dove mi sono formato come uomo e come ebreo.
Anche in Italia votiamo per eleggere i nostri rappresentanti e da sempre al momento di votare gli ebrei della golà hanno espresso la loro preferenza rispondendo a una semplice domanda : what is good for the jews ?
Questa domanda viene dal senso di fratellanza che da sempre dovrebbe accumunare tutti noi, viene dalle sofferenze comuni vissute negli shtetl/harot/ghetti e dalla consapevolezza che abbiamo l’obbligo di aiutare l’uno l’altro.
Non è facile rispondere alla domanda: what is good for the jews? Perché non abbiamo un’unica opinione di cosa sia buono per noi, in Israele si sono da poco svolte le elezioni per il rinnovo della Knesset e vi sono presenti più di dieci partiti, secondo il vecchio detto: due ebrei, tre opinioni
È però possibile rispondere a un’altra domanda: cosa è cattivo per gli ebrei! Un politico che va apertamente contro gli ebrei o lo Stato d’Israele è sicuramente una scelta cattiva per il nostro popolo, sia esso di destra o sinistra, democratico o conservatore.
Due anni fa molti di voi hanno fatto questa scelta, avete votato un presidente che è apertamente contro lo Stato d’Israele, che non riceve il suo primo ministro e soprattutto dà forza a suoi nemici che vorrebbero la sua distruzione.
Due ebrei tre opinioni ho detto prima, però l’opinione che l’accordo con l’Iran sia pericoloso per il nostro Stato è univoca: in tutto il paese abbiamo solo un’opinione, prova ne è che mentre a Teheran e Maschad si festeggia a Yerushalaim e Tel Aviv siamo preoccupati e increduli che il paese che pensavamo nostro amico ci abbia tradito.
Fratelli ebrei americani io vi accuso, ci avete tradito, non so se il vostro Achashverosh faccia bene all’economia del vostro paese ma di certo ci ha venduto a Hamman! Nimkarnu ani veami, sono parole che dovreste conoscere e che avete sentito sin da bambini. Eppure siete rimasti indifferenti alle nostre grida.
Fratelli ebrei americani io vi accuso, non potete dire che non sapevate, il vostro presidente è al secondo mandato, avete visto i disastri che aveva fatto nel primo con le “primavere arabe” eppure l’avete rieletto, per voi Israele è lontano. Può essere ma i nostri nonni nati negli shtetl/harot/ghetti sentivano il destino di ogni ebreo come se fosse il loro ovunque egli fosse.
Fratelli ebrei americani, quando verrete da turisti in Eretz Israel camminate a testa bassa perché non avete la dignità di guardarci negli occhi.
Fratelli ebrei americani, spero che capiate presto che “la carne delle pentole d’Egitto” è buona e gustosa ma di quell’ottanta per cento di ebrei che non vollero uscire dalla schiavitù oggi non rimane nulla.
Fratelli ebrei americani, con molti di voi abbiamo in comune il più grande cimitero ebraico del mondo, in un luogo chiamato Auschwitz, pensate a quel luogo quando continuerete a tradire il vostro popolo.
Fratelli ebrei americani, vi ho scritto queste parole non per paura ma per delusione e rabbia, abbiamo passato il Faraone, Haman, e Hitler, passeremo anche il vostro presidente.
Miky Steindler
(6 aprile 2015)