… Iran
Sembra ormai certo l’accordo Iran-Usa sul nucleare, che sia firmato in queste ore oppure a giugno non ha molta importanza. Si può sottolineare il fallimento di Netanyahu, tanto capace di recuperi casalinghi quanto privo di intelligenza strategica, ma è giusto ammettere che, in questo caso, i dubbi del Premier israeliano sono quelli della stragrande maggioranza della popolazione dello Stato ebraico. Non è solo lo spauracchio del nucleare a far paura, ma, più concretamente, il rientro di un Iran protagonista sullo scacchiere mediorientale, che sembra essere il reale obiettivo obamiano, davvero contraddittorio se si tiene conto delle relazioni Usa-Arabia Saudita. Ora si aprono almeno tre scenari: un’alleanza futura fra Israele e Paesi sunniti, forse ancora più preoccupati di un’ascesa di Teheran; un avvicinamento Iran-Israele in funzione antiaraba; Israele contro tutti, sempre più chiuso e sempre più armato. In ogni caso, un futuro che necessita di grande abilità politica, in grado di immaginare il destino israeliano in uno scenario rivoluzionato. È certo che Obama si è assunto un’enorme responsabilità, solo il tempo ci dirà se ha avuto ragione.
Davide Assael, ricercatore
(1 aprile 2015)