Oltremare – Mufleta e politica

dfubiniFrancamente non ci casco, né ci son mai cascata, in questo balletto della mufleta, falso come certe strette di mano a matrimoni o funerali. Daccordo, l’abboffata di chametz dopo Pesach è tradizionale quanto canonica in ogni gruppo umano ebraico: e le due pizze eccellenti che sono riuscita a mettere in fila prima di ripartire dall’Italia lo dimostrano. Ci vuole, quel distaccarsi dalla durezza delle azzime, quella liberazione del gusto se non dello spirito, già libero lui, dopo la sera del primo Seder. Fatto fuori il Faraone con una cena appunto faraonica, è naturale poi gioire quando ricompare finalmente il lievito sulle nostre tavole. Quindi ben vengano celebrazioni, e ben venga la Mimouna, che è una delle più deliziose tradizioni culinarie ebraiche.
Questo non giustifica però il pellegrinaggio di tutti i politici israeliani – primo ministro in pectore per primo – a zonzo per il paese secondo una studiatissima strategia geografica (non si incontrano mai, ma possibile?), ad assaggiare muflete e dolci di marzapane coloratissimi, e marmellate fatte in casa, in luoghi e ambienti nei quali fanno capolino i più solo quell’unica volta l’anno. Una specie di rito, tutto a favore della stampa. E infatti, i politici mica se la godono davvero la Mimouna cui il loro PR li ha inviati. Assaggiano appena una mufleta, sottile e morbida e spalmata di burro e miele, prendono in mano un dolcetto, e subito foto, dichiarazioni e strette di mano a signore addobbate con vestiti originali marocchini, che fanno sembrare quei politici in viaggio diplomatico, e non nel cortile accanto a casa loro.
Fatta eccezione per un solo partito, la stragrande maggioranza dei politici è composta di ashkenaziti o “bianchi” (espressione non proprio politically correct soprattutto perché sottende l’opposto, gli “scuri”). Frequentassero un po’ più spesso case marocchine, persiane, libiche, egiziane ed altro, imparerebbero parecchio sulle molte culture sefardite orientali, Mizrachi, e forse capirebbero anche come farsi votare da centinaia di migliaia di cittadini alle prossime elezioni.

Daniela Fubini

(13 aprile 2015)