Mantova ebraica, l’antico volto raccontato da Gerusalemme

mantova 1Scorrono le immagini e risuonano le musiche. Un magnifico Aron HaKodesh (l’arca in cui vengono riposti i rotoli della Torah), riccamente decorato e risalente al XVI secolo, le pagine degli archivi comunitari, la sinagoga, mappe della città, manoscritti, oggetti rituali. È un autentico tuffo nelle profondità della storia di Mantova ebraica quello proposto dal Museo di Arte ebraica italiana di Gerusalemme Umberto Nahon. Un tuffo offerto con strumenti un po’ speciali: non la necessità di recarsi in loco per una tradizionale mostra, ma un link per scoprire tutti i tesori della città lombarda dal proprio computer. Il progetto, curato dalla conservatrice del museo Andreina Contessa e realizzato da Moshe Caine dell’Hadassah College, è stato sponsorizzato anche dal ministero della Cultura di Israele. “Mantova a Gerusalemme” è infatti la prima mostra virtuale ad apparire nel Portale Nazionale dei Musei del paese e fungerà da prototipo per le future mostre ospitate dal portale.
“Con orgoglio posso affermare che per ora il nostro è l’unico museo israeliano ad avere realizzato una mostra virtuale di Judaica” sottolinea Angelo Piattelli, presidente della Hevrat Yehudei Italia, l’associazione punto di riferimento degli italiani d’Israele. “Questa mostra ci offre la possibilità di fare conoscere al vasto pubblico il nostro museo, un museo piccolo ma particolarmente ricco di oggetti pregiati”. “Si tratta dello sviluppo di un grande sito-web narrativo che racconta e descrive la storia della comunità di Mantova dal secolo XI all’inizio del XX” spiega Contessa. “La mostra include vedute a volo d’uccello della città, musica, video, scorci della vita culturale, un tour a 360 gradi delle sinagoghe Norsa e Sabbioneta, una linea del tempo”.
Due le lingue in cui la rassegna è fruibile, ebraico e inglese (prevista per il futuro anche la traduzione in italiano). Il sito realizzato parte appunto dal raccontare la città e la sua evoluzione attraverso i secoli, per poi concentrarsi più specificamente sulla sua comunità ebraica, che nel 1610, anno dell’istituzione del ghetto, contava 480 famiglie, pari a oltre 2100 persone e al 7,5 per cento degli abitanti della città. Tra i punti chiave della rassegna, la storia dell’Arca di Mantova/Sermide, risalente al 1543.
mantova 2“Salvata insieme ad altre sette arche mantovane da Umberto Nahon e portata in Israele negli anni Cinquanta, essa rappresenta il fulcro di un racconto che testimonia il legame profondo e perenne dell’ebraismo italiano con Gerusalemme” ricorda ancora la curatrice.
Poi ancora sotto i riflettori, il lavoro degli stampatori ebrei di Mantova, l’opera del musicista Salomone Rossi, il teatro ebraico, il declino della comunità nel XIX secolo, quando gli ebrei cominciarono a prediligere altri centri. “Questa mostra ci permette di completare, migliorare e aumentare attraverso nuove forme di interazione i contenuti del nostro museo.
Per la prima volta stampe, mappe, manoscritti, libri ebraici e oggetti possono interagire insieme, anche se fisicamente molto distanti gli uni dagli altri, e raccontare la storia di una delle comunità ebraiche più importanti dell’Italia ebraica” conclude Piattelli.

Rossella Tercatin (Italia Ebraica luglio 2015)

Scopo di un museo e degli oggetti esposti è di aprire una finestra sul passato, permettendo al visitatore di scoprire e capire il mondo da cui provengono.
È il caso di questa mostra, che parte dall’Arca Santa del 1543 proveniente dalla sinagoga grande di Mantova – una delle più antiche al mondo – e conservata nel Museo di Arte Ebraica Italiana, intitolato a Umberto Nahon, grazie al quale giunse a Yerushalaim negli anni Cinquanta, assieme a tanti altri arredi sacri di comunità ebraiche desolate, altrimenti destinati alla distruzione. I
l racconto si sviluppa a partire delle sue preziose porte che si aprono su una Comunità, quella mantovana, tra le più vivaci e creative dell’ebraismo italiano del tempo, testimoniando anche del suo legame profondo e duraturo con Gerusalemme.
Ideata, scritta e curata da Andreina Contessa, conservatrice del nostro museo, con la collaborazione per il web-design del professor Moshe Caine dell’Hadassah College e sponsorizzata dal ministero della Cultura di Israele, è la prima esposta sul Portale Nazionale dei Musei di Israele, appena inaugurato.
La mostra si presenta in due versioni, in ebraico e in inglese, in attesa di quella in italiano. È possibile visitarla collegandosi ai seguenti siti: http://exhibitions.museumsinisrael.gov.il/eit-mantua/he/index.html (inglese) oppure http://exhibitions.museumsinisrael.gov.il/eit-mantua/he/index.html (ebraico)

Cecilia Nizza
Responsabile alla Cultura
Hevrat Yehudé Italia be-Israel

(28 giugno 2015)