La missione del Premier Renzi
“Italia e Israele, destino comune”

renzi gattegna yad vashe,Un intervento improntato a sottolineare il solido rapporto con Israele, il legame con l’ebraismo italiano e con la Memoria. Dagli scranni della Knesset il Primo ministro italiano Matteo Renzi ha ricevuto un lungo e sentito applauso per il discorso tenuto nelle scorse ore all’emiciclo israeliano, toccando molti aspetti tra cui la decennale amicizia tra i due paesi. “Israele non esiste a causa della Shoah ma nonostante la Shoah. Israele non ha solo il diritto di esistere ma il dovere di esistere. Anche per i miei figli”, ha affermato in uno dei passaggi il premier, ricordando poi che, “il vostro destino è il nostro destino, la vostra sicurezza è la nostra sicurezza, insieme costruiremo un mondo migliore”. Renzi ha più volte sottolineato come Italia e Israele abbiano un destino comune e come sia indissolubile il loro legame. Così come indissolubile è quello tra l’Italia e il suo mondo ebraico, di cui il Primo ministro ha ricordato l’importanza, salutando il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, presente alla Knesset e parte della delegazione del Capo del governo in Israele. Ma diverse sono state le suggestioni provenienti dall’ebraismo italiano richiamate da Renzi, che nelle scorse ore ha incontrato il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente dello Stato Reuven Rivlin. Figure come rav Elio Toaff, Enzo Sereni, Nedo Fiano sono state citate dal premier come esempio di umanità e coraggio. “Toda rabà, grazie mille”, il ringraziamento di Renzi diretto alla Brigata Ebraica. Uomini stranieri e sconosciuti, ha ricordato il capo di governo italiano, “che combatterono per liberare i miei nonni e i miei genitori”. Di quegli uomini alla Knesset, era presente il 92enne Asher Dishon, invitato da Renzi in Italia per raccontare la sua esperienza.
Tra i tanti temi toccati, anche un ricordo della sua Firenze e in particolare del rapporto costruito nel corso degli anni con la Comunità ebraica cittadina e con il rabbino capo rav Joseph Levi. Rispetto allo storia fiorentina, Renzi ha anche richiamato il salvataggio di Emanuele Pacifici nonché l’esempio positivo di Gino Bartali, il campione riconosciuto Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem. Rispetto a quelle pagine di storia, le più buie del Novecento italiano, il Primo ministro ha ricordato anche le leggi razziste del 1938, chiedendo pubblicamente scusa per dei provvedimenti che “ fanno ancora scendere una cappa di vergogna sulla mia nazione”. “La Shoah è parte integrante della nostra identità di cittadini italiani ed europei – aveva affermato ieri nel corso della visita allo Yad Vashem di Gerusalemme con il ministro israeliano Naftali Bennett e assieme al presidente UCEI Gattegna – Abbiamo la responsabilità del ricordo e dell’impegno quotidiano, giorno dopo giorno, contro l’antisemitismo, vera minaccia per la pace, attraverso l’educazione delle nuove generazioni”.
Rispetto alla stretta attualità, non potevano mancare i riferimenti all’accordo iraniano e ai negoziati di pace con i palestinesi. Per il primo Renzi ha parlato di un “compromesso utile per il futuro della regione” seppur sia necessario “verificare giorno dopo giorno, momento dopo momento la sua implementazione”. “Nessun compromesso è invece possibile nei confronti del futuro di Israele”, ha poi voluto chiarire il premier, ribadendo l’impegno dell’Italia per la sicurezza dello Stato ebraico. “La vostra sicurezza è la nostra sicurezza”. Un tema, quest’ultimo, richiamato anche in riferimento alla questione palestinese. “La pace sarà possibile solo con due Stati e due popoli – ha affermato Renzi – E, come dirò anche al leader dell’Anp Abu Mazen, solo se sarà garantita la piena sicurezza di tutti”. “Persone da tutto il mondo vengono a Gerusalemme per pregare per la pace – ha continuato il premier – ma pregare non è abbastanza, dobbiamo costruirla”. C’è stato spazio anche per una riflessione su una delle problematiche più attuali che Israele deve affrontare, la questione del boicottaggio. “Chi pensa di boicottare Israele non si rende conto di boicottare se stesso, di tradire il proprio futuro. Possiamo avere opinioni diverse, è accaduto e continuerà ad accadere. Ma l’Italia sarà sempre in prima linea nel forum europeo e internazionale contro ogni forma di boicottaggio sterile e stupido”.

d.r.

(Nell’immagine il premier italiano Matteo Renzi, il ministro dell’Educazione israeliano Naftali Bennett e il presidente dell’UCEI Renzo Gattegna in visita allo Yad Vashem – Ansa)

(22 luglio 2015)