Israele – “Ferma condanna
per gli atti di violenza”
“Gli atti di violenza e terrorismo commessi contro i fedeli in luoghi sacri devono essere condannati inequivocabilmente”. Questa la ferma posizione del presidente israeliano Reuven Riviln a margine dei violenti scontri occorsi ieri a Gerusalemme.
Alcuni manifestanti palestinesi, dopo essersi introdotti nella moschea di Al Aqsa durante la notte, hanno eretto delle barricate dalle quali è partito un lancio di pietre e petardi contro la polizia israeliana di guardia per garantire la sicurezza nel giorno del digiuno di Tisha be-Av, in occasione del quale molti fedeli ebrei si recano sul sito per pregare e ricordare la distruzione del Tempio di Gerusalemme. Il lancio di oggetti ha provocato l’intervento degli agenti, volto a rimuovere le barricate e chiudere le porte della moschea, all’interno della quale i manifestanti hanno cercato di attrarli per accusarli di sacrilegio.
In Israele vivace, in queste ore, il dibattito politico sullo stato degli equilibri nei luoghi sacri di Gerusalemme.
Rivlin ha espresso supporto alle forze dell’ordine per la loro determinazione a evitare ogni danno o interferenza con le preghiere in corso al Muro del Pianto. Tali atti di odio, ha sottolineato, “non possono essere tollerati, e non permetteremo che vi sia nessun disordine che impedisca agli ebrei di pregare in questo luogo sacro”.
Violente accuse sono arrivate dalla lista che raggruppa i partiti arabi, rivolte in particolare al ministro dell’Agricoltura Uri Ariel per aver violato con la sua presenza lo status quo degli accordi con la Giordania sulla Spianata, gestita da un ente islamico (Wafq). Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha più volte affermato che tale intesa, che permette la libera circolazione dei fedeli musulmani mentre limita quella dei fedeli ebrei e i loro diritti di preghiera, non sarà alterata. Tuttavia da Amman non è tardata la condanna del ministro dell’Informazione Mohammad al-Momani, che ha accusato Ariel di aver violato la santità del luogo e ha invitato lo Stato ebraico a “prendersi la responsabilità” ed evitare altri simili eventi in futuro.
Da Roma arrivano intanto le parole del presidente della Repubblica Sergio Matterella, che parlando alla Conferenza degli ambasciatori d’Italia nel mondo ha affermato la necessità di un “riconoscimento pieno e non reversibile alla sicurezza di Israele e del diritto all’esistenza dello Stato palestinese”.
Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked
(27 luglio 2015)