Le parole per dirlo
Le parole per dirlo, o per non dirlo. Ovvero quando il linguaggio e la politica, ancora una volta, si dimostrano legati a filo doppio. Beit El e la Corte Suprema di Gerusalemme. I giudici ordinano la demolizione di due condomini considerati illegali, disordini e tafferugli tra le forze di sicurezza e… già, e chi? E dove sta Beit El? E perché quelle abitazioni vanno demolite? Non chiamiamoli coloni, diciamo abitanti abusivi di case costruite fuori dal piano regolatore vigente, in un territorio conteso. Oppure chiamiamoli coloni che hanno edificato costruzioni abusive in un territorio occupato. Parole. I fatti sono che per la Corte Suprema israeliana quella cosa lì non va bene e va eliminata. Così sarà. Tuttavia un minuto prima che le ruspe facciano il loro lavoro Benjamin Netanyahu annuncia la costruzione di trecento nuovi alloggi. Dove? Ma a Beit El naturalmente. E noi continuiamo ad arrovellarci: coloni o no?; territori occupati o contesi?; due Stati per due popoli? Mah.
Stefano Jesurum, giornalista
(30 luglio 2015)