Una Fiamma per Bibi, voci a confronto
Numerose reazioni, parole di amicizia ma anche perplessità e silenzi, per l’intenzione manifestata dal primo ministro Benjamin Netanyahu di nominare la giornalista e scrittrice fiorentina Fiamma Nirenstein prossima ambasciatrice dello Stato ebraico a Roma.
Decide di non commentare la notizia Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma (del cui Consiglio la Nirenstein fa parte, come leader della compagine “Israele siamo noi” che ha partecipato alle elezioni dello scorso giugno).
Dopo un primo ‘no comment’ è invece intervenuto il rabbino capo Riccardo Di Segni, le cui dichiarazioni sono oggi citate dalla Stampa. “Temo che ci possano essere problemi. Basta leggere cosa circola in rete sulla sua doppia cittadinanza”, avverte il rav.
“Nirenstein ambasciatrice a Roma? Aspettiamo che riferisca al Consiglio della Comunità ebraica dove è stata eletta” il messaggio diffuso ieri dal portavoce comunitario sui social network.
“Fiamma è intellettualmente onesta e farà bene. Eppure sento già montare quell’odioso sospetto che mi accompagna sin da piccolo, quando i compagni mi chiedevano se essendo ebreo tifassi Italia o Israele e io scherzando ripetevo di essere romanista” afferma l’ex presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici (la Stampa).
‘Le auguro buon lavoro per un incarico delicato. Io sono italiano e fiero della storia della mia famiglia” dice Emanuele Fiano, parlamentare del Partito Democratico e cugino della Nirenstein (Repubblica).
Sul proprio blog il giornalista Gad Lerner critica fortemente la scelta di Netanyahu, interpretata come il tentativo di affermare una separazione sempre più marcata “fra identità ebraica e cittadinanza europea”. Una strategia autodifensiva da guastatori, dice Lerner, “tipica di chi si sente accerchiato e punta solo a prendere tempo boicottando l’altrui ricerca di soluzioni considerate dannose per sé”.
Affettuoso l’intervento di Andrea Jarach, presidente del Keren Hayesod Italia. “A parte il giusto riconoscimento dei tuoi meriti – le si rivolge – questa è una ulteriore garanzia che l’amicizia tra i nostri paesi, che si sintetizza in persone come te, e che ha origini storiche uniche, potrà dare durante il tuo incarico frutti straordinari”.
“Donna coraggiosa e di carattere, forte della sua esperienza parlamentare, di dirigente della Comunità ebraica, di scrittrice e grande giornalista, saprà adempiere efficacemente al suo nuovo ruolo” sostiene Carlo Benigni, presidente della Federazione Associazioni Italia-Israele.
Angelo Pezzana, direttore editoriale del sito web Informazione Corretta, è entusiasta: “Oltre ad essere scrittrice e giornalista, non ha mai disgiunto l’attività poltica, che l’ha vista coraggiosa combattente in difesa degli ebrei, di Israele e non ultimo dei valori del sionismo”.
Diverse le posizioni di Giorgio Gomel (J Call Italia). “Mi colpisce – afferma – che una persona candidata fino a poco tempo fa alla guida della Comunità romana diventi ambasciatore d’Israele alimentando quella confusione di ruoli e quell’equazione tra Stato d’Israele e ebrei della Diaspora contro cui ci battiamo da sempre”. La dichiarazione è riportata dalla Stampa.
(12 agosto 2015)