“Italia-Israele, legame fortissimo”
Incontro blindato, per pochi intimi. Prima in Palazzo Vecchio, dove gli ospiti restano stregati dal Salone dei Cinquecento. Poi in un noto ristorante del centro storico. Nella notte il ritorno in Israele.
“C’è bisogno dell’impegno di tutti e l’Italia è al fianco di Israele contro il terrorismo per riportare la pace in tutta la regione”, afferma il primo ministro Matteo Renzi accogliendo nel cuore istituzionale di Firenze il suo omologo israeliano Benjamin Netanyahu, che lo stesso aveva invitato in città durante la sua recente missione a Gerusalemme. Netanyahu annuisce e definisce il suo discorso alla Knesset “eccezionale”.
Sintonia su tutto. Dalla stabilizzazione geopolitica alle scelte da effettuare per il progresso economico, culturale e civile. Anche se Netanyahu invita l’Italia a un diverso approccio nei confronti della minaccia iraniana. “C’è una regola semplice che è fondamentale per il futuro delle nostra società – dice – il futuro appartiene a chi innova e in questo l’Italia è sempre stata fantastica. La civiltà è sotto assedio dello stato islamico militante che vuole catturare il mondo, ma c’e’ anche un’altra minaccia: lo stato islamico dell’Iran”.
Cooperazione: questa una delle parole chiave del vertice. “La cooperazione tra i nostri due paesi – afferma Renzi – non è soltanto a livello di governi e diplomatico ma è innanzitutto una cooperazione di amicizia che tocca in profondità ciò che siamo. Ho avuto modo di toccarla con mano nella visita in Israele e credo che oggi questa visita possa permettere di verificare quanto di bello ci sia da parte italiana”.
L’incontro Renzi-Netanyahu, avvenuto al termine dello Shabbat, chiude la due giorni fiorentina di Bibi.
L’arrivo in città venerdì pomeriggio, direttamente da Milano dove il giorno prima aveva visitato l’Expo. Accolto dal sindaco Dario Nardella e dall’imprenditore Marco Carrai, accompagnato nei suoi spostamenti da un ristretto gruppo di diplomatici tra cui l’ambasciatore israeliano a Roma Naor Gilon e l’ambasciatore d’Italia a Tel Aviv Francesco Maria Talò, Netanyahu è subito portato all’hotel Four Season, suo quartier generale in riva all’Arno, dove incontra una delegazione guidata dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e dalla presidente della Comunità locale Sara Cividalli. Il confronto, intenso e cordiale, dura circa 45 minuti.
“L’incontro è andato benissimo. L’Italia – dice Gattegna alla stampa, uscendo dall’hotel – è un paese che è considerato da Israele un ponte verso l’Europa perché è il paese che più si sforza di capire quelle che sono le esigenze che Israele deve fronteggiare e quindi svolge anche un ruolo di comunicazione fra Israele e tutti gli altri paesi europei”. Conferma poi Cividalli: “È stato un piacere incontrare il primo ministro dello stato di Israele. Israele – afferma – rappresenta un punto di riferimento indipendentemente da quelle che sono le idee politiche degli iscritti alla comunità che sono le più svariate. Israele è nel cuore di tutti quanti e quindi è stato interessante sentire quello che Netanyahu ha detto”.
Netanyahu si concede poi un rapido assaggio delle meraviglie artistiche locali assieme alla moglie Sara. Dal forte Belvedere all’Accademia alla Galleria degli Uffizi: in poche ore, con uno spiegamento straordinario di sicurezza, la visita condensa alcune delle eccellenze fiorentine.
La coppia, in tenuta informale, è poi accolta il giorno successivo in sinagoga. Finita la funzione mattutina dello Shabbat, fatti allontanare gli iscritti, Bibi e Sara varcano la soglia di via Farini. Ad accoglierli una delegazione ristretta composta dalla presidente Sara Cividalli, dal rabbino capo Joseph Levi (con la moglie Shulamit e la figlia Tamar), il segretario Emanuele Viterbo, l’architetto Renzo Funaro e l’assessore comunale Sara Funaro. Dall’hotel alla sinagoga la distanza è breve e Bibi e Sara, nel rispetto del Sabato, la percorrono a piedi. Anche in questo caso volti distesi e sorridenti. Molte curiosità, domande e una promessa per il futuro, come vi raccontiamo ancora in queste pagine: “Torneremo qua per i nostri venticinque anni di matrimonio”.
I due incontri con la Comunità hanno lasciato un segno tra gli ebrei fiorentini. Hulda Liberanome, direttrice del bimestrale comunitario Toscana ebraica, era tra le invitate del venerdì pomeriggio. Come lei, anche altri membri della delegazione si erano preparati delle domande che non è stato possibile rivolgere per motivi di tempo. “C’era chi voleva sapere come Bibi avrebbe voluto vedere Israele fra vent’anni – racconta Hulda – chi i motivi della nomina di Fiamma Nirenstein come prossima ambasciatrice a Roma e la ancora più ardua difesa della causa di Israele che rischia di scaturirne; chi ancora, alla luce della dichiarata posizione contro il terrorismo ebraico, avrebbe voluto avere una delucidazione sulle misure prese e su quelle in preparazione; chi infine, partendo dal fatto che sui media italiani non si parla a sufficienza dei successi di Israele, avrebbe voluto avere un riscontro a riguardo”.
(30 agosto 2015)