Oltremare – Gas nostrum
La sindrome dell’isola, nella quale navighiamo tutti qui in Israele, è stata minacciata ieri da un annuncio che potrebbe non cambiare nulla negli equilibri diplomatici internazionali, ma che ha costretto gli israeliani a guardare a sud con sorpresa e invidia. Il fatto che l’annuncio sia arrivato da un paese percepito come ‘amico’, l’Italia, indora la pillola, ma non cambia i fatti. La notizia: l’ENI, “Ente Nazionale Idrocarburi” italiano, ha trovato un giacimento di gas naturale definito “supergigante” in acque territoriali egiziane. Suppongo che “supergigante” sia una riconosciuta unità di misura nel meraviglioso mondo dei giacimenti di gas naturale.
Ora come si sa, l’israeliano ha un ego inversamente proporzionale alla estensione geografica del paese in cui vive (che anche per i megalomani che comprendono proprio tutto, dal Golan al Sinai, resta più piccolo della Lombardia). E fino a ieri, aveva l’esclusiva sui pozzi delle meraviglie, almeno quelli nel mare in cui si continuerà a fare i bagni almeno fino a metà ottobre. Da oggi invece, non solo non siamo più gli unici a poter pompare gas dal profondo del mare, ma ci hanno perfino tolto la edificante nozione che i nostri giacimenti sono i più promettenti, grandi e lungimiranti della regione.
Per fortuna, il paese al quale dobbiamo cedere il passo è l’Egitto, con il quale abbiamo una pace duratura. Ci si può consolare pensando che sarebbe un filo peggio se l’ENI avesse trovato il gas al largo del Libano, o, orrore, della Siria. E dire che avevamo chiamato il nostro giacimento maggiore “Leviatano”, come il mostro biblico degli abissi, chiaramente per scoraggiare qualunque altro dal venire alla luce.
Non è funzionato, e così ci dovremo rassegnare a veder salire l’Egitto nella classifica dei paesi mediorientali con cui l’Occidente può fare affari. Ma quando il nostro, di gas, sarà finito – pare molto prima del previsto – si potrebbe fare un colpo di coda, per esempio puntare sul processo di pace, sorprendere il mondo con una soluzione rapida e spavalda della questione territoriale con i palestinesi, e via, di nuovo in prima pagina, per una volta con qualcosa di positivo.
Daniela Fubini, Tel Aviv twitter @d_fubini
(31 agosto 2015)