Qui Roma – I nuovi mondi dell’animazione
Quando si parla di linguaggi del futuro non si può di certo lasciare da parte l’animazione. Un mondo che oggi si trova ad affrontare nuove sfide, come quella di rimanere al passo coi ritmi incalzanti della generazione dei nativi digitali, ma anche quella di rivolgersi anche al pubblico degli adulti, sconfinando in generi prima inesplorati come quello del documentario. A mettere insieme queste due facce sul palco del Festival internazionale di letteratura e cultura ebraica di Roma sono stati Roberto Genovesi, direttore artistico della rassegna Cartoons on the Bay che ogni anno si svolge a Venezia, e David Dudu Shalita, direttore di Animix, il festival di animazione di Tel Aviv, stimolati dalle domande di Ariela Piattelli, una delle organizzatrici della manifestazione romana.
Grande rilievo ha avuto quest’anno Israele a Cartoons on the Bay, dove è stato paese ospite. Se il contributo ebraico al mondo dell’animazione ha certamente lasciato il segno, con artisti che “hanno attinto ai simboli di una cultura millenaria che fa parte del loro patrimonio”, come osservato da Genovesi, si può dire che oggi sia ormai sempre più difficile riconoscere la provenienza nazionale di un prodotto, in un campo che ha una vocazione sempre più internazionale. A notarlo è stato Shalita, che ha sottolineato un altro importante cambiamento: “Se un tempo quelli d’animazione erano progetti per cui si riteneva di aver bisogno di un grande budget – le sue parole – negli ultimi anni non è più così, ci si è resi conto che è possibile fare tutto da soli, con pochissime risorse, e questo ha portato nel campo moltissimi giovani di talento”.
Tra un video e l’altro il pubblico si è così fatto trasportare nel mondo colorato e variegato dei cartoni. Dagli indimenticabili personaggi del Carosello che oggi trovano nuova vita, si è arrivati ai prodotti per i giovanissimi che mettono in campo le tecnologie più innovative e si rivolgono a loro in nuove forme, “con cambiamenti radicali nella regia e nella narrazione, per adattarsi a un pubblico che vive più veloce”, come ha osservato Genovesi. Per poi lasciarsi sorprendere dai modi in cui il cartone riesce oggi a parlare anche al cuore degli adulti, diventando di giorno in giorno uno strumento importante per la realizzazione di documentari. Come quelli proposti da Shalita, che hanno dato un assaggio dei temi più profondi che fanno parte della società israeliana, tra cui quello della vita nell’esercito, quello della ricerca sull’autismo, e quello attualissimo dell’accoglienza dei profughi. “Israele è un paese in cui tutti sono profughi – il messaggio conclusivo di Shalita – ma oggi l’animazione è in grado di mostrare una realtà comune a quella di molti altri Paesi”.
f.m. twitter @fmatalonmoked
(10 settembre 2015)