Israele – Riservisti richiamati in servizio
Si tenta di evitare il conflitto
Centinaia di riservisti di polizia e guardie di frontiera sono stati richiamati per far fronte al nuovo stato d’emergenza, ma non è previsto (almeno al momento) un giro di vite ulteriore. Piena sintonia tra il governo di Gerusalemme le forze di difesa israeliane: il ministro della Difesa Moshe Yaalon e il capo staff dell’Idf Gadi Eisenkot hanno infatti convenuto sul fatto che chiudere i confini della West Bank non sarebbe utile a ridurre il numero degli accoltellamenti da parte di palestinesi, ma al contrario sarebbe interpretato come una punizione collettiva dei suoi abitanti e potrebbe al contrario spingere ancora più persone nella spirale di violenza. I quasi duemila riservisti richiamati dovranno dunque servire, ha dichiarato Netanyahu, come deterrente e misura preventiva al fine di “riportare l’ordine e la sicurezza a Gerusalemme e in tutto il paese”.
La tensione rimane ancora alta questa mattina, con una donna kamikaze esplosa nella sua auto nei pressi di Maale Adumim (si è rischiata una strage) e lanci di pietre da parte di arabi israeliani in vari punti del paese, dopo che gli scontri sono andati avanti per tutto lo shabbat, nel corso del quale si sono registrati due attacchi a Gerusalemme e uno a Hebron, e scontri con la polizia israeliana, in particolare al confine con Gaza.
La donna kamikaze, sopravvissuta all’esplosione ma rimasta gravemente ferita, è stata portata all’ospedale Hadassah di Gerusalemme. La polizia ha riportato che alcuni ufficiali hanno notato un veicolo sospetto avvicinarsi a un checkpoint sulla strada per la capitale e hanno intimato alla donna alla guida di fermarsi: a quel punto ha fatto esplodere la bomba nel veicolo, ferendo uno dei poliziotti. All’interno della macchina, che portava una targa israeliana, è stata trovata una bombola di gas: la polizia ha spiegato che la donna aveva intenzione di perpetrare un attacco bomba a Gerusalemme. Un’autovettura dell’esercito israeliano è inoltre andata a fuoco nei pressi del confine con la Striscia di Gaza per mano palestinese, ma non si sono registrati feriti.
Nel frattempo, nella notte e nelle prime ore della giornata, sono proseguite proteste e lanci di sassi o di pneumatici infiammati contro la polizia in vari villaggi arabi israeliani e lungo diverse strade. Due arresti: a Kafr Kanna a Bu’eine Nujeidat, nei pressi di Haifa. Particolarmente violenti sono stati gli scontri a Nazareth, dove 1500 arabi israeliani sono scesi in piazza per esprimere solidarietà nei confronti dei palestinesi di Gaza e Cisgiordania e denunciare le “violazioni di Al Aqsa”.
Una situazione di forte tensione acuita anche dalla chiamata del leader di Hamas Ismail Hanyeh a “colpire il nemico” in occasione della partita di calcio di ieri sera tra la nazionale israeliana con Cipro. La sfida si è giocata regolarmente, ma nonostante il massiccio dispiegamento di forze di sicurezza l’affluenza dei tifosi allo stadio di Gerusalemme è stata scarsa. Sono state invece diverse migliaia le persone tra il pubblico al concerto in città del cantante reggae ebreo americano Matisyahu, svoltosi appena fuori le mura della Città Vecchia registrando il tutto esaurito. “Voglio ringraziare il pubblico presente”, ha detto il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat prendendo la parola durante lo spettacolo. “Chi è venuto qui oggi e mantiene la sua routine – ha continuato – sta contribuendo alla lotta al terrorismo”.
Due nuovi accoltellamenti a Gerusalemme: il primo la mattina nella Città Vecchia, con un giovane palestinese che ha ferito due uomini ultraortodossi sulla sessantina, e il secondo qualche ora dopo appena fuori dalla porta di Damasco, dove un poliziotto di frontiera è stato colpito al collo. Entrambi gli attentatori sono rimasti uccisi.
(11 ottobre 2015)