Dopo la proposta di Parigi all’Onu
Israele – Francia, è scontro

govNEWsmLa Francia nel mirino diplomatico di Israele e Stati Uniti. La proposta di Parigi di inviare osservatori internazionali sul Monte del Tempio a Gerusalemme “per scongiurare ogni tipo di violenza” ha suscitato la dura replica del governo israeliano, che ha definito l’iniziativa – che sarà votata al Consiglio di Sicurezza dell’Onu giovedì prossimo – assurda e ha ottenuto l’appoggio di Washington. “Israele non può accettare la risoluzione francese all’Onu. Non parla dell’incitamento palestinese; non parla del terrorismo palestinese e chiede l’internazionalizzazione del Monte del Tempio”, ha dichiarato il Premier israeliano Benjamin Netanyahu nella riunione di governo di inizio settimana. “Abbiamo visto cosa accade in Medio Oriente: a Palmira, in tutto l’Iraq come altrove, dove i militanti islamisti fanno esplodere l’un l’altro le proprie moschee. Abbiamo appena visto cosa è accaduto in un sito ebraico, la Tomba di Giuseppe (attaccata e data alle fiamme negli scorsi giorni da un gruppo di rivoltosi palestinese, ndr). Solo Israele può garantire i luoghi sacri sul Monte del Tempio”, ha affermato Netanyahu, rivendicando l’impegno israeliano a difendere e mantenere lo status quo sul sito, terzo luogo sacro per i musulmani e noto come la Spianata delle Moschee. Dalla Francia, fanno sapere i funzionari di Gerusalemme, Israele si aspetta una condanna “per l’incompetenza del Waqf”, ovvero il fondo islamico per i beni culturali che ha in gestione il Monte del Tempio. L’accusa contro l’ente è di non essere intervenuto per impedire le violenze palestinesi all’interno del sito, trasformato in un “deposito del terrore”, secondo la definizione delle autorità israeliane. Da qui è partita l’escalation di scontri che ha colpito il Paese, poi trasformatasi in una lunga scia di attentati contro civili e soldati israeliani. Nelle scorse 24 ore a Gerusalemme e nei pressi di Hebron sono state tre le aggressioni di palestinesi armati di coltello contro militari di Tsahal. Per proteggere la popolazione nella Capitale, la più colpita dagli attacchi, il governo Netanyahu ha disposto presidi di soldati alle fermate degli autubus e la presenza di agenti a bordo dei mezzi pubblici. “Stiamo combattendo quest’onda di terrore ma ci vuole tempo”, ha dichiarato il ministro della Difesa Moshe Yaalon. E per riportare la calma, scrive il quotidiano Yedioth Ahronoth, Israele ha fatto appello ai leader mondiali perché ribadiscano che non c’è nessuna intenzione di cambiare lo status quo legato al Monte del Tempio. “Israele proteggerà i luoghi sacri, farà da garante allo status quo – ha sottolineato nelle scorse ore Netanyahu – Israele è la soluzione non è il problema”. Un messaggio diretto in particolare alla Francia perché ritiri la risoluzione che per passare avrebbe bisogno del voto unanime dei quindici membri del Consiglio di Sicurezza Onu. Un risultato improbabile, vista l’aperta contrarietà all’iniziativa da parte degli Stati Uniti, nuovamente coinvolti sul fronte israelo-palestinese. E all’Onu o meglio alla Comunità internazionale si rivolge l’appello di David Harris, che chiede maggior equilibrio nel giudizio delle due parti in causa nel conflitto e una presa di posizione chiara contro il terrorismo palestinese. “Indulgendo i palestinesi, razionalizzando ogni loro passo falso, coccolando i loro leader, affiancando i loro passi unilaterali alle Nazioni Unite e altrove, ignorando l’incitamento e la glorificazione dei “martiri”, e trovando per loro delle scuse ogni volta che rifiutano un’offerta a due Stati da parte di Israele, – scrive Harris – queste sedicenti anime belle stanno rendendo il raggiungimento di un accordo a due Stati sempre meno probabile. Dopotutto, se i palestinesi non sono tenuti ad un miglior standard di comportamento (o li si crede tranquillamente di non esserne capaci), come potrebbero mai governare responsabilmente un loro proprio Stato e non divenire invece l’ennesima, antidemocratica, instabile nazione araba? E se questa è la prospettiva, perché mai dovrebbe Israele, che si trova nel bel mezzo di una regione in subbuglio che pare poter solo peggiorare, credere che l’attuale leadership palestinese possa essere un partner affidabile per la pace?”

Daniel Reichel