Tel Aviv, la moda non si ferma
Qualche lustrino sparso qua e là e Tel Aviv è pronta per la sua settimana della moda. Inaugurata con un opening gala nel quale sono comparse vere e presunte star israeliane (la supermodel Bar Refaeli fasciata da abiti metallizzati in testa), la Gindi Tel Aviv Fashion Week è ufficialmente in corso (e lo sarà fino a mercoledì 21) e non si ferma davanti agli ultimi episodi di terrore che tentano di sconvolgere il Paese.
Designato come location per le sfilate è ancora una volta il cantiere del centro commerciale Gindi TLV Fashion Mall, la cui costruzione è ormai quasi ultimata. Tiene nuovamente le redini dell’evento Motty Reif che, nella sua lunga carriera che lo ha reso uno dei leader della moda israeliana, ha prodotto anche documentari come “Brave miss world”, la drammatica storia di Linor Abargil, la Miss Mondo vittima di violenza che ha deciso di fare del suo trauma una missione educativa rivolta a tutte le donne.
In passerella saliranno diverse proposte interessanti: dallo storico brand Maskit che ha aperto le sfilate di stamattina la cui storia è legata a doppio filo alla moglie di Moshe Dayan, Ruth, che fondò la casa di moda per offrire nuovi posti di lavoro alla popolazione, a volti nuovi ma già affermati come Assaf Reeb (in tasca un diploma alla prestigiosa Central Saint Martin di Londra e una collaborazione con Pringle of Scotland), fino alla generazione 2.0 di upcoming designers rappresentati, tra gli altri, da Liron Itzhakov (i cui motivi stampati mietono già le prime fashion victim).
Federica Manasse, 24enne romana che lavora nell’organizzazione dell’evento, ci racconta qualche retroscena.
La settimana della moda di Tel Aviv apre i battenti. Quali le novità?
Innanzitutto la crescente curiosità per la moda israeliana nel mondo. Abbiamo grandi giornali internazionali che seguiranno le sfilate a Tel Aviv ma anche chi non sarà fisicamente presente seguirà attraverso il web stendendo poi un proprio bilancio. Una risposta particolarmente entusiastica infine arriva ancora dall’Italia, che fin dall’inizio ha sostenuto la Fashion Week.
A che punto è la moda israeliana e come si colloca nel panorama internazionale?
Gode di ottima salute. La scuola di moda di Shenkar è tra le più influenti al mondo e sarà protagonista della Gindi Tel Aviv Fashion Week. Il New York Bridal Show, la più importante manifestazione di abiti di sposa attualmente in circolazione, ha poi riconfermato il successo degli stilisti israeliani (nelle oltre 40 sfilate previste a New York, riporta il sito del governo, più di un quarto portano la firma di israeliani). Ciò che contraddistingue la moda israeliana è sicuramente la ricerca approfondita di nuovi spunti provenienti dall’estero ma anche una cura particolare rivolta ai tessuti e un’attenzione ai particolari. Gli israeliani hanno sempre il coraggio di andare oltre il confine della tradizione, di superare la strada tracciata. Non da meno credo che l’eterna convivenza tra una società profondamente religiosa e una altrettanto profondamente laica dia continuamente nuovi spunti per le creazioni artistiche.
Come sei approdata alla Gindi Fashion Week?
Dopo essermi laureata alla facoltà di Scienza della moda e del costume all’Università Sapienza di Roma, ho partecipato a Career Israel, il programma dell’ente Masa che offre stage lavorativi in Israele. Ho poi deciso di fare l’Alyiah e ho avuto l’opportunità di lavorare con lo stilista Yaniv Persy, che ha collaborato in passato con Roberto Cavalli, Donna Karen e Lanvin. Ho avuto infine un’opportunità dalla Fashion Week di Tel Aviv e l’ho colta al volo. E dopo questi giorni intensi sono già pronta per la prossima avventura!
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
(Nell’immagine in alto la sfilata di Maskit da Instagram tlvfashionmall, in basso Federica Manasse)
(19 ottobre 2015)