Jonathan Pollard torna in libertà
Bibi: “Grande soddisfazione”
Dopo trent’anni, il giorno tanto atteso. Jonathan Pollard, l’ebreo americano incarcerato da Washington nel novembre del 1985 e da allora detenuto con l’accusa di spionaggio a favore di Israele, accusa da cui è scaturita nel 1987 una condanna all’ergastolo, è stato scarcerato.
Pollard, che ha oggi 61 anni e che dal 1995 è cittadino israeliano, fu riconosciuto colpevole di aver divulgato il contenuto di alcune migliaia di documenti classificati come “segreti” sulle attività di intelligence svolte dagli Stati Uniti, principalmente nel mondo arabo. Malgrado la solida amicizia tra i due paesi, la sua vicenda è sempre rimasta un punto d’attrito tra i governi di Washington e Gerusalemme, a qualunque bandiera o colore politico essi appartenessero.
“Il popolo di Israele accoglie con soddisfazione il suo rilascio. Dopo tre lunghi e difficili decenni, Jonathan può infine riunirsi alla sua famiglia” ha affermato il primo ministro Benjamin Netanyahu. Pollard, da quanto si apprende, non potrà comunque lasciare il territorio statunitense per i prossimi cinque anni e sarà sottoposto a un regime di libertà vigilata.
La sua scarcerazione è stata accolta con emozione da tutto il paese, colpito in questi giorni da molte tensioni e lutti dopo che terroristi palestinesi, nella sola giornata di ieri, hanno fatto cinque vittime in due attentati avvenuti tra la periferia di Tel Aviv e il Gush Etzion. “Chiunque condanni gli attacchi in Francia, deve condannare anche quelli in Israele: è lo stesso terrore. Chi non lo fa è ipocrita e cieco” ha dichiarato ieri Netanyahu. “Dietro questi atti di terrorismo – ha quindi sottolineato – c’è l’Islam radicale che cerca di distruggerci, lo stesso che colpisce a Parigi e minaccia tutta l’Europa”.
(20 novembre 2015)