Ezra Schwartz (1997-2015)
Una settimana fa Ezra Schwartz era un ragazzo diciottenne spensierato e pieno di sogni: originario di Sharon, in Massachusetts, era partito in Israele, dopo il diploma della Maimonides Highschool, per studiare in Yeshiva e fare volontariato. Carismatico, riusciva a fare amicizia con tutti, amava gli sport, in particolare (da bravo americano) il baseball e football. Faceva inoltre l’animatore in un campo estivo ebraico.
Fino ad una settimana fa aveva tutta la vita davanti e non si aspettava certo di morire lontano da casa, per mano di un terrorista palestinese che lo ha freddato nei pressi di Gush Etzion mentre portava da mangiare ai soldati israeliani.
Una morte tragica che si aggiunge alla dolorosa lunga lista che negli ultimi mesi ha colpito Israele e che questa volta ha ferito anche il cuore dell’America, dove si sono levate diverse dimostrazioni di solidarietà.
Tra queste spicca quella del presidente Usa Barack Obama che ha contattato la famiglia Schwartz, papà Ari e mamma Ruth, per porgere le sue condoglianze. “Il presidente – ha dichiarato un rappresentante dell’amministrazione Obama – ha duramente condannato l’attacco terroristico e sottolineato come la scelta di Ezra di studiare in Israele abbia rafforzato il rapporto tra i due paesi, i cui legami sono più solidi che mai”. Ad esprimere la propria vicinanza è stato anche il Segretario di Stato Usa Joh Kerry, che ha chiamato la famiglia: “Quando ho parlato con loro – racconta – erano a casa per la Shivah (i sette giorni di lutto previsti dalla religione ebraica) e ho percepito i loro sentimenti, i sentimenti che accomunano tutti i genitori che hanno perso un figlio”.
“La vita di Ezra è stata una vita piena di significato. La morte di Ezra è stata una morte piena di significato” ha esordito il rabbino Meir Sendor durante la cerimonia funebre della scorsa domenica tratteggiando un commovente ritratto del ragazzo. “Mia moglie è stata la sua insegnante e ogni volta – ha proseguito – tornava a casa con una nuova e buffissima storia raccontatele da Ezra”.
Si sono stretti alla famiglia Schwartz e ai fratelli Molly, Avi, Elon e Hillel, anche numerosi amici del diciottenne che hanno condiviso sui propri social network le sue foto sorridenti durante il diploma e gli scatti di quando era bambino come Ariel: “Non ci sono parole – ha scritto – per descrivere quanto sia doloroso. Oggi abbiamo perso Ezra Schwartz, uno dei miei migliori amici. Lo conosco da quando abbiamo quattro anni ed è stato uno degli amici più vicini da sempre. Mi manca più di quanto riesca ad esprimere a parole”.
Ezra era un ragazzo, un ragazzo americano. E proprio per questo, su impulso del membro del partito Yesh Atid Dov Lipman, il presidente della squadra di football dei New England Patriots Robert Kraft ha deciso di aprire la partita dello scorso lunedì con un minuto di silenzio in sua memoria.
r.s.
(25 novembre 2015)