Israele – La nomina del premier Netanyahu Yossi Cohen a capo del Mossad
In Israele l’annuncio della nomina di Yossi Cohen alla guida del Mossad non ha stupito molti. Da tempo il suo nome era in cima alla rosa dei candidati a sostituire l’attuale capo dei servizi segreti israeliani Tamir Pardo. E ieri è arrivata l’ufficialità: Cohen, attualmente Consigliere per la sicurezza nazionale e con un passato da veterano nelle fila dell’intelligence dello Stato ebraico, sarà il dodicesimo direttore del Mossad. “Ha un’ampia esperienza e ha raggiunto molti risultati, ha dimostrato le sue capacità in diversi settori all’interno dell’organizzazione”, ha dichiarato il Premier Benjamin Netanyahu, annunciando la nomina di Cohen. Il Premier ha inoltre indicato i campi in cui è richiesto al Mossad di eccellere: la capacità operativa, la raccolta di informazioni e la diplomazia. Proprio quest’ultimo fronte, spiegano gli analisti israeliani, costituisce il punto forte del neodirettore Cohen (che entrerà in carica con il nuovo anno). Alla guida della sezione europea del Mossad e nel ruolo di consigliere alla sicurezza, spiega Ron Ben Yishai sul quotidiano Yedioth Ahronoth, Cohen ha sviluppato la sua esperienza sul fronte internazionale, venendo in contatto e confrontandosi con i servizi segreti di diversi paesi, in particolare del circuito europeo e quelli statunitensi. Al fianco di del vicedirettore del Ministero degli Esteri di Gerusalemme Jeremy Issacharoff, ha lavorato a stretto contatto con i diplomatici americani sui negoziati per il nucleare iraniano: un accordo che al governo israeliano non è piaciuto ma che ha comunque visto il coinvolgimento dei suoi uomini della sicurezza. Anzi, proprio la presenza di Cohen nella delegazione sul nucleare è uno dei motivi, spiega Ben Yishai, che lo rende perfetto per la direzione del Mossad: i rapporti tra Netanyahu e il presidente Usa Barack Obama negli scorsi mesi sono stati caratterizzati da tensioni e in generale la Casa Bianca ha dimostrato una certa insofferenza verso alcuni comportamenti del governo di Gerusalemme, ricorda l’analista di Yedioth Ahronoth sottolineando che il ruolo di Cohen sarà anche di fare da ponte fra le due diplomazie e rafforzare la vitale cooperazione tra i servizi dei due paesi. Ma il suo ruolo sarà aperto anche ad altri fronti. “Il Mossad continuerà ad aiutarmi a sviluppare legami diplomatici nel mondo, inclusi i paesi arabi e musulmani”, ha dichiarato Netanyahu, tracciando uno dei sentieri che a Gerusalemme è considerato fondamentale, ovvero la collaborazione con quei paesi arabi che ufficialmente non sono vicini a Israele ma con cui lo Stato ebraico ha rapporti in particolare sul fronte della collaborazione nell’antiterrorismo.
(8 dicembre 2015)