Washington – Rivlin: “A Israele chiedo di più
per aiutare il popolo palestinese”

Rivlin washingtonCosa deve fare Israele per gettare le basi per la pace. In attesa di incontrare per la prima volta il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, il Presidente di Israele Reuven Rivlin ha deciso di prendere la penna in mano e spiegare il suo punto di vista per dare un futuro alla convivenza tra israeliani e palestinesi. Dalle colonne del Washington Post, Rivlin ammette che al momento non ci sono soluzioni praticabili per il conflitto e che l’opzione riapertura dei negoziati non sembra essere in calendario. Ma per il Presidente “Israele deve fare dei passi per migliorare la situazione indipendentemente dal dibattito geopolitico” e dall’esistenza di un partner palestinese per la pace. “Dei passi che ogni persona sensibile capisce servono per gli interessi morali e pratici del Paese”. Tra i punti centrali della riflessione, la situazione di Gerusalemme Est: “vale la pena capire che la destra israeliana ha a lungo ignorato la parte est della città per questioni di differenze politiche interne, mentre la sinistra ha ugualmente trascurato di investire nelle infrastrutture al servizio dei 300mila palestinesi” della Capitale. “Quindi, discutendo di futuro, abbiamo ignorato di confrontarci con il presente di Gerusalemme Est, abbandonando letteralmente la sicurezza dei cittadini ebrei e il welfare di quelli arabi. C’è qualcuno che pensa che per costruire fognature, strade, scuole e centri medici a Gerusalemme est si possa o debba aspettare la fine del conflitto? C’è qualcuno che pensa che le conseguenze di queste disparità economiche interne alla città si cancelleranno una volta stabilite frontiere politiche vere o fittizie? O come risultato di questo o quell’accordo sulla sovranità?”, gli interrogativi di Rivlin. Per il Presidente dunque la priorità è agire per superare le questioni socioeconomiche che nella pratica dividono israeliani e palestinesi, in particolare nella Capitale d’Israele. Un impegno che, guardando dall’altra parte della staccionata, richiede una politica chiara da parte dei vertici palestinesi (Mahmoud Abbas e la sua Autorità nazionale palestinese in testa): “È chiaro che i palestinesi devono smettere con l’istigazione e la violenza contro Israele. Devono smettere di rifiutare l’esistenza d’Israele. Ai giovani palestinesi – continua il presidente – dico: per troppi anni su questa terra il sangue è stato sparso come acqua. Nessun sangue è più rosso dell’altro. Le vite hanno importanza. Le nostre vite hanno importanza. Le vostre. Esorto i genitori e insegnanti palestinesi a incoraggiare nei loro figli sogni di vita, non aspirazioni di morte. La battaglia tra i nostri due popoli ha già visto così tanta morte e spargimento di sangue; ancora più morte e spargimento di sangue non risolverà la situazione”.

Daniel Reichel

(nell’immagine il Presidente Rivlin sul treno da New York per Washington)

(9 dicembre 2015)