Israele – I rabbini contro il gruppo ‘Tag Mehir’:
“Estremisti, la vostra violenza è contro la Torah”
Decine di rabbini del mondo sionista religioso israeliano hanno pubblicato in queste ore una lettera in cui si condanna in modo fermo ogni manifestazione di odio e violenza, in particolare in riferimento al gruppo estremista legato ai cosiddetti attacchi ‘Tag Mehir’, le azioni violente contro la popolazione araba. “Noi affermiamo che queste azioni sono in netto contrasto con la Torah di Israele e con l’etica ebraica,” scrivono i rabbini. “Esortiamo educatori e rabbini di tutto il mondo a continuare a insegnare la via della Torah di Israele ai loro studenti”. Nella lettera si esprime inoltre sostegno allo Shin Bet, il servizio di intelligence israeliano impegnato in queste settimane a trovare i responsabili dell’attentato incendiario al villaggio palestinese di Duma, dove lo scorso luglio una casa era stata data alle fiamme uccidendo tre persone, tra cui un bambino di 18 mesi. Le indagini hanno portato all’arresto di alcuni estremisti ebrei, ritenuti coinvolti nell’attentato alla famiglia Dawabsha.
“Noi siamo al fianco dello Shin Bet e delle autorità impegnate nel mantenimento della sicurezza del nostro paese, tra cui (si annovera) lo sradicamento di tutti i segni del terrorismo ebraico”, affermano i firmatari del documento, tra cui il rabbino capo ashkenazita di Gerusalemme Aryeh Stern; rav Yuval Cherlow membro dell’Israel Press Council e tra i fondatori dell’organizzazione rabbinica ortodossa progressista Tzohar; rav David Stav, presidente di Tzohar; il rabbino capo di Efrat Shlomo Riskin.
La presa di posizione dei rabbini nasce dalle accuse di violenza mosse negli scorsi giorni contro lo Shin Bet da parte dei legali di alcuni sospettati dell’attacco a Duma, attualmente sotto custodia delle autorità. Secondo uno degli avvocati, gli agenti dell’intelligence israeliana avrebbero “torturato” il suo assistito per estorcere una confessione. In difesa dello Shin Bet si sono pronunciati molti membri del governo di Gerusalemme, il Primo ministro Benjamin Netanyahu in primis. In una dichiarazione pubblica senza precedenti, lo Shin Bet ha fatto sapere di aver utilizzato il cosiddetto protocollo “bomba a orologeria” per interrogare gli estremisti ebrei, permettendo ai servizi di sicurezza di “maltrattare” i detenuti, sospettati di pianificare altri attacchi. D’altra parte ha negato in modo fermo l’uso di qualsiasi forma di tortura, vietata in Israele da una sentenza dell’Alta Corte di Giustizia.
Tornando alla lettera, la denuncia contro la violenza suona anche come una risposta al video di un matrimonio, diffuso in questi giorni, in cui si vedono militanti dell’estrema destra inneggiare all’attacco di Duma. Immagini profondamente criticate dall’opinione pubblica israeliana e dalla leadership politica e che hanno scosso molti. La polizia israeliana ha convocato i partecipanti al matrimonio per interrogarli.
Stanno invece progressivamente migliorando le condizioni di Ahmed, il bimbo di quattro anni unico superstite dell’attentato incendiario alla famiglia Dawabsha, a lungo ricoverato nell’ospedale israeliano Tel Hashomer. Mercoledì scorso, raccontano i media, Ahmed è stato spostato nel dipartimento di riabilitazione dell’Ospedale per bambini del Centro medico Sheba, a Ramat Gan. “Qui farà fisioterapia – ha spiegato il nonno Hussein – Abbiamo una lunga strada davanti a noi. Non è una questione di uno o due giorni, nemmeno di mesi; occorrerà molto più tempo”. Hussein Dawabsha ha inoltre spiegato che il nipote non sa ancora che i genitori e il fratellino sono morti nell’incendio a Duma.
Daniel Reichel
(25 dicembre 2015)