Mondiali di vela, Israele escluso
Una vergogna anche italiana
C’è un’Italia che combatte una battaglia di giustizia, per far sì che lo sport non sia nuovamente inquinato da disvalori. Ma c’è anche un’Italia, quella che per prima dovrebbe svolgere questa funzione, che sembra piuttosto interessata ad altro.
Ferma in questo senso la denuncia del circolo velico Ventotene, che sta promuovendo un appello per protestare contro la decisione di imporre delle condizioni inaccettabili a due surfisti israeliani, Yoav Omer e Noy Drihan (nell’immagine), che avrebbero dovuto gareggiare ai mondiali giovanili apertisi due giorni fa in Malesia, tra cui il mancato riconoscimento del diritto a competere con i colori dello Stato ebraico e la stella di Davide e il rifiuto a eseguire l’inno nazionale in caso di vittoria. Una imposizione rigettata con forza da Israele (che ha scelto di non partecipare) ma che scarse reazioni ha suscitato nei vertici della federazione internazionale, l’ente cui compete l’organizzazione del torneo.
Cosa c’entra l’Italia? C’entra, eccome. Perché presidente della International Sailing Federation è il genovese Carlo Croce, 70 anni, da 7 alla guida del movimento velistico nazionale.
“Ancora ieri il presidente della Federazione Mondiale e italiana, Carlo Croce, ripeteva: ‘Aspettiamo una presa di posizione del Cio in materia dei fatti accaduti in Malesia’. Peccato che anche in questo caso dall’Asia arrivi una pronta risposta che smentisce il numero 1 di World Sailing e della Fiv” ha scritto ieri Gian Luca Pasini sulla Gazzetta dello Sport. Secondo i malesi infatti Croce era stato informato da tempo delle loro richieste.
“Per la World Sailing la realpolitik è più importante della carte dei diritti sportivi” denuncia Fare Vela, tra le più importanti riviste di settore.
“Il silenzio e l’ipocrisia che avvolgono questa ingiustizia è intollerabile” dice invece Rosa Magiar del circolo Ventotene, tra le prime a tentare un raccordo con altri circoli e personalità.
“È una situazione inqualificabile – prosegue – che esula da tutto quello che dovrebbe essere un incontro tra giovani di tutto il mondo nel segno dello sport, della passione e del divertimento. Per alcune ore abbiamo pensato a una soluzione estrema. E cioè il ritiro di due nostri atleti, convocati in nazionale e in Malesia già da alcuni giorni assieme alle loro famiglie”. Alla fine si è deciso di non scaricare su due 15enni “contraddizioni molto più grandi di loro”. Ma l’indignazione resta forte.
“Chi pensava che tutto passasse sotto traccia ha fatto male i suoi conti. E lo sdegno che si sta levando nei nostri ambienti, e a tutti i livelli – afferma Magiar – rappresenta un chiaro segnale in questo senso”.
Tra le molte voci a levarsi anche quella di Max Sirena, ex skipper di Luna Rossa, che sul proprio profilo Facebook ha scritto: “È il momento di mettere da parte gli interessi che vanno al di là dello sport, chiedo a chi di dovere di darsi da fare”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(31 dicembre 2015)