Israele, Washington preoccupata per il disegno di legge sulle Ong
L’ambasciatore Usa in Israele Daniel Shapiro ha espresso nelle scorse ore al ministro della Giustizia israeliano Ayelet Shaked “la preoccupazione del governo degli Stati Uniti” per il disegno di legge legato all’obbligo delle organizzazioni non governative che operano in Israele di dichiarare i finanziamenti dall’estero. A firmare la proposta – ribattezzata “Legge per la trasparenza” – è stata la stessa Shaked a cui l’ambasciatore Shapiro si è rivolto per avere ulteriori informazioni sull’iniziativa al momento al vaglio della Knesset, il parlamento israeliano. I media israeliani riportano che ad essere interessati dal disegno di legge saranno soprattutto le ong connesse alla sinistra politica, che ricevono fondi da governi stranieri. Il sito di informazione Times Of Israel sottolinea come la maggior parte delle organizzazioni legate alla destra siano invece finanziate da donatori privati e pertanto rimarrebbero fuori dal provvedimento. La proposta di Shaked prevede che i rappresentanti delle organizzazioni no-profit che ricevono più della metà dei propri fondi da governi stranieri vengano identificati da una targa quando sono presenti alla Knesset. Secondo il quotidiano americano Washington Post l’iniziativa del ministro israeliano è “un pericolo per la democrazia israeliana” e la proposta di legge “è diretta a delegittimare i gruppi progressisti in Israele che difendono i diritti umani”. La risposta di Shaked al Post è arrivata attraverso un editoriale pubblicato dall’agenzia di stampa ebraica americana Jta. Il disegno di legge “vuole a creare trasparenza e chiarezza in relazione ai soggetti che finanziano le ong israeliane, le quali ricevono più della metà del loro bilancio annuale direttamente da un governo straniero. In nessun modo – si legge nell’editoriale – si vuole prevenire l’attività di queste organizzazioni non governative, né viene imposta alcuna restrizione alle loro attività o forme di espressione”.
Nel difendere il suo testo, Shaked scrive inoltre che si tratta di una legge simile allo US Foreign Agents Registration Act che regolamenta i gruppi di pressione, o lobby, straniere. Per l’ambasciata Usa d’Israele la natura dei due provvedimenti è invece diversa. “In generale, la legge statunitense non impone limiti, restrizioni o requisiti di trasparenza sulla base di finanziamenti stranieri per ong che operano negli Stati Uniti – si legge in una nota pubblicata dall’ambasciata – se non quelle applicabili a tutte le organizzazioni americane”. “La proposta di legge israeliana invece – continua il comunicato – ha come obiettivo le ong semplicemente perché sono finanziate principalmente da entità governative straniere. Non è così che funziona il Foreign Agents Registration Act che richiede a individui e organizzazioni di registrarsi come agenti stranieri solo se si occupano di alcune attività specifiche agli ordini, per richiesta, sotto la direzione o il controllo di un ente straniero, non semplicemente perché ricevono soldi da quest’ultimo”.
d.r.
(11 gennaio 2015)