melamed – Opinioni a confronto
Il progetto di una educazione ebraica

A seguire il dibattito sempre serrato che avviene all’interno del mondo ebraico italiano, a respirare l’aria in molte comunità, si direbbe che fra tutti i temi ricorrenti, il più presente, il più ossessivamente incombente, sia quello dell’educazione e della scuola.
Quando parlano di scuola, gli ebrei italiani si riferiscono a un’identità faticosamente custodita e tramandata di generazione in generazione in millenni di storia. Si misurano con il futuro. Si preoccupano di contare e reperire le risorse necessarie per sostenere un sistema sempre più oneroso per una piccola minoranza.
Ben venga, quindi, un grande dibattito. E ben venga chi pensa di porre il tema della scuola al centro di tutte le attenzioni.
Proprio per questo motivo è nato e viene ora riprogettato e ulteriormente sviluppato il notiziario Melamed, che il lettore scorre oggi nella sua nuova veste. Un lavoro che già tanto credito e tanti lettori ha conquistato all’interno del mondo ebraico e più in generale nell’insieme dell’opinione pubblica attenta alla scuola e all’educazione. Se lo scambio vivace di idee deve sempre essere accolto con favore, quando vi partecipano interlocutori sinceri e animati dal desiderio di rispettarsi a vicenda, ai giornalisti incaricati di seguire il dipanarsi degli eventi non resta che rendere conto con attenzione ed equilibrio di quanto si va dicendo e, là dove possibile, di quanto si va facendo.
Qualche scarna, sommessa raccomandazione a chi fa, a chi parla, e a chi ha il compito di raccontare le loro imprese, può comunque essere utile.
Nel sostenere i sistemi educativi, le culture minoritarie sono costrette a impegnare una componente determinante delle scarse risorse a disposizione. Ricordiamo che né l’utilizzo dei magri propri fondi, né la speranza di ricorrere ai finanziamenti pubblici, sono fattori in grado di garantire in futuro la sostenibilità del sistema. Solo una rivoluzione nella capacità di raccogliere e di creare le risorse potrà in effetti rispondere a questa esigenza.
Se poi è di educazione, è di scuola che vogliamo preoccuparci, facciamo attenzione ai contenuti e non solo ai contenitori. Ricordiamo come affrontare sul serio questo tema in una società che è tanto cambiata e che sta continuando a mutare a grande velocità, richieda certo fedeltà alle proprie radici e ai propri ideali, ma impegni anche la disponibilità a mettere in gioco i modelli e gli schemi del passato. A ripensare strutture talvolta indotte dalla cultura dominante e ormai inadeguate anche nella società maggioritaria. A riappropriarci degli autentici motivi di ispirazione che possono sostenere il progetto di una educazione ebraica.

Guido Vitale

(15 gennaio 2015)