Dafna Meir (1978-2016)
Fino all’ultimo Dafna Meir è stata una madre coraggio.
Aggredita e accoltellata sulla porta di casa a Otniel, in Cisgiordania, da un terrorista palestinese, ha combattuto con tutte le sue forze per proteggere i suoi figli.
Le ferite infertegli dall’attentatore, poi fuggito, sono state letali, ma Dafna, 38 anni, è riuscita a difendere i suoi bambini; una delle quali ha assistito terrorizzata alla scena. Infermiera al Soroka Medical di Beer Sheba, Dafna Meir era anche naturopata, specializzata in cure per favorire la fertilità. Aveva decine di studenti che l’ammiravano e rispondeva a domande di medicina e Halakha, la legge ebraica, su un sito dedicato.
Sposata con Natan, la cui foto insieme di sposi giovani e sorridenti sta facendo il giro del mondo, era madre di 6 figli, Renana, 17 anni, Akiva, 15, Ahava, 10, Noa, 11, Yair, 6, and Yaniv, 4. Amava con tutta se stessa il suo lavoro e raccontava spesso come le scene drammatiche alle quali assisteva in ospedale le strappavano il cuore e spesso le toglievano il sonno.
A preoccuparla, nelle ultime settimane, era stato anche il senso di insicurezza che percepiva dopo gli ultimi atti di terrori, specie dopo l’uccisione del rabbino Yaakov Litman e suo figlio Netanel avvenuto non troppo lontano da Otniel. Sul bollettino del quartiere, Dafna aveva condiviso le sue paure, i timori che qualcuno potesse far del male a Natan o ai ragazzi: “Non so più come dobbiamo comportarci per strada, mi sembra di giocare alla Roulette russa”, aveva scritto rivelandosi tristemente profetica.
A ricordarla con affetto i suoi vicini di casa, tra i quali c’è l’attivista Yehuda Glick, sopravvissuto dopo essere stato accoltellato da un terrorista all’uscita del Menachem Begin Heritage Center di Gerusalemme nell’ottobre del 2014. Glick ha testimoniato, spiegando che è stato solo grazie alla lotta di Dafna che il suo aggressore non ha avuto il tempo di colpire anche i suoi figli, tre dei quali erano in casa con lei. “Era felice, piena di gioia, responsabile” la ricorda una sua amica, mentre il professor Yohanan Peiser del Soroka Center ha aggiunto: “Chi avrebbe mai creduto che ci saremmo ritrovati in circostanze così tragiche. Dafna salvava vite e la sua vita le è stata strappata di fronte ai suoi figli”. “Voglio dare un po’ di forza ai bambini di questa famiglia. Siamo tutti feriti e condividiamo questo dolore. Troveremo il terrorista ed egli pagherà per questo delitto efferato” ha dichiarato domenica sera il premier israeliano Benjamin Netanyahu, dando il via ad una serrata caccia all’uomo.
A stringersi ai famigliari, tutta la società israeliana e le istituzioni che oggi hanno partecipato al funerale all’Har Hamechunot di Gerusalemme. La violenza contro i civili israeliani intanto non si arresta: di stamane la notizia di un accoltellamento, per mano di un adolescente palestinese, di una donna incinta (ora in condizioni stabili) nei pressi di Tekoa.
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
(18 gennaio 2016)