L’integrazione al cinema

shevaMel minionMadinat al-Afalm significa “la città del cinema” in arabo. È il nome che Kamal Nasser ha dato al suo progetto di portare nelle sale della catena israeliana Cinema City dei film per bambini doppiati o sottotitolati in arabo, di cui fino ad ora non c’era disponibilità nel paese. Primo della serie il film dei Minion, gli esserini gialli che dopo Cattivissimo me hanno intenerito il mondo e meritato un loro spin off. L’idea è venuta a Nasser, che abita a Tira, città araba del centro, mentre pianificava come passare un periodo di vacanza con i suoi due figli, di 5 e 7 anni. “Volevo portarli al cinema, ma poi ho pensato che avrei dovuto tradurre le scene dall’ebraico per tutto il film e che questo avrebbe disturbato gli altri spettatori”, ha raccontato. “Allora mi sono chiesto perché nei cinema non ci siano film per bambini doppiati anche in arabo”.
Nasser non si è tenuto questa domanda per sé, ma l’ha posta attraverso la sua pagina facebook direttamente a Cinema City. “Hanno risposto che avevano provato a proiettarne in passato senza successo, ma che avevano una copia del film dei Minion sottotitolata in arabo ed erano disposti a ritentare se avessi garantito che stavolta ci sarebbero stati abbastanza spettatori”, ha spiegato Nasser.
Con un amico ha quindi subito creato una pagina facebook chiamata appunto Madinat al-Afalm, promuovendo la proiezione dei Minion in alcuni multisala di Gerusalemme e Kfar Sava, e quando ha visto che raccoglieva un vasto numero di consensi lo ha subito detto alla Cinema City. A quel punto i giochi erano fatti, ed è stato un successo.
Se ne è rallegrato il direttore di Cinema City Avi Edri, che ha notato una radicale differenza rispetto alle passate esperienze, annunciando che quest’estate la catena ha deciso di portare nuovi film, questa volta doppiati in arabo. “Saremo molto contenti – le parole di Edri – di ospitare membri della comunità araba nei nostri cinema”.
Un grande risultato per Nasser, il quale ha sottolineato in come Israele mancassero completamente cinema che proiettassero film in arabo. Un problema che, ha sottolineato, non disturba tanto gli adulti poiché in ogni caso la maggioranza è abbastanza fluente in ebraico, ma è cruciale per i bambini, che ancora non lo parlano. Un passo in avanti positivo anche per Sikkuy, un’associazione che si occupa di parità di diritti in Israele, che ha aiutato Nasser a pubblicizzare il suo evento. “Improvvisamente i cinema di Kfar Sava diventavano un luogo condiviso da ebrei e arabi, e quando una battaglia di questo genere ha successo prova che c’è speranza e che le cose possono cambiare, anche in tempi difficili”.

Francesca Matalon

(22 gennaio 2016)