…deriva

Quanto scriveva ieri, con parole pacate, David Bidussa, è importante. Indica, nella posizione presa dal gruppo estremista di destra israeliano di Im Tirtzu l’avvio verso una strada che, senza un’adeguata reazione, può portare verso una società autoritaria. Additare i maggiori intellettuali del Paese, quelli che hanno diffuso la conoscenza della società israeliana e della sua cultura in tutto il mondo, come “talpe” del nemico, traditori sostanzialmente, spinge verso una crescente limitazione della libertà di espressione e di parola nel Paese e verso un crescente isolamento di Israele nel mondo. Aiuta, sostanzialmente, il boycott, che riguarda in misura crescente gli intellettuali, le Università, cioè tutte quelle forze che in Israele si battono per la democrazia e per la pace. Sembra che queste due forze opposte, di destra e di sinistra, si congiungano come opposti estremismi a alimentare il senso di isolamento e di stato d’assedio in Israele. Credo che gli intellettuali ebrei di tutto il mondo, in primo luogo, e poi il popolo ebraico della Diaspora tutto dovrebbero esprimere a gran voce la loro solidarietà a questi grandi scrittori attaccati con tanta violenza, prima che questa violenza da verbale si trasformi in reale, fisica. Prima che i libri, dopo essere messi al bando nelle scuole, siano bruciati nelle piazze, come già è successo tante volte ai libri degli ebrei. Prima che qualcuno si armi e usi pallottole, non parole, come è successo vent’anni fa a Rabin.

Anna Foa, storica

(1 febbraio 2016)