Oltremare – Libertà
Un ex Primo Ministro in galera non è cosa da tutti i giorni. E abbiamo un bel dire, fra israeliani, che è un bene, che la legge è davvero e senza dubbio uguale per tutti, se perfino Olmert, ex ministro, ex sindaco di Gerusalemme, ed ex primo ministro, adesso è un carcerato, uguale a tutti gli altri carcerati e privato delle stesse libertà. Ora poi, che gli abbiano dedicato una ala intera del carcere di Ramle, manco fosse Magneto che può piegare le sbarre della cella con la sola forza del pensiero, è in fondo logico.
Lui e i suoi colleghi di crimine, responsabili di uno dei più brutti e inutili ecomostri del Medio Oriente, stanno bene lì, chiusi dentro e noi fuori, anche se questo significa che noi l’ecomostro lo vediamo ogni volta che passiamo per Gerusalemme e loro invece sono liberi almeno da quella visione. A pensarci, un gran bel paradosso. Mentre loro passano un paio d’anni a Ramle, noi restiamo fuori a rimirare l’orrenda altitudine delle cinque torri già sbiadite e scrostate, collegate ai piani alti da una specie di corona che fa sembrare il tutto un pezzo di nave spaziale di qualche pianeta lontano, incagliato dopo una battaglia galattica di cui noi umani non sappiamo nulla e neanche vogliamo troppo sapere.
La battaglia in tribunale, invece, quella è arcinota: la segretaria che smistava le mazzette, le intercettazioni e le registrazioni fatte un po’ da tutti, chi per accusare altri chi per salvare se stesso. Quando stamattina Olmert ha fatto pubblicare un video in cui sostiene ancora di non essere un criminale, non è tanto quello a spaventare – ognuno interpreta la realtà a proprio vantaggio. Spaventa pensare che a Ramle si aggirerà come un leone in gabbia e molta voglia di uscire un uomo che conosce per filo e per segno tutti i segreti belli e brutti d’Israele. Altro che ala personale: una navicella spaziale lasciata fluttuare – liberamente – nello spazio per 19 mesi sarebbe meglio.
Daniela Fubini, Tel Aviv twitter @d_fubini
(15 febbraio 2016)