Si apre l’armadio della vergogna
L’Italia fa i conti con la storia
Un colloquio fra la presidente della Camera Laura Boldrini e il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna (insieme in una immagine di repertorio) ha fatto da preludio questa mattina all’apertura delle porte del cosiddetto “armadio della vergogna”. Lo storico momento della rivelazione dei documenti rivenuti nel 1994 fra cui si trovano 695 fascicoli d’inchiesta e un registro generale riportante 2274 notizie di reato relative a crimini di guerra commessi sul territorio italiano durante l’occupazione nazifascista era atteso da lungo tempo e contribuisce a compiere un passo deciso verso la chiarezza e la presa di coscienza delle vicende che portarono alle responsabilità italiane negli anni della dittatura, delle persecuzioni e dello sterminio.
Il contenuto dell'”armadio della vergogna” è destinato ad apparire sul canale dell’archivio storico della Camera.
“Sono contenta che il percorso di trasparenza di Montecitorio si arricchisca di un nuovo e importante capitolo – ha commentato la presidente Boldrini – perché un Paese veramente democratico non può avere paura del proprio passato”.
“Credo – sottolinea la storica Anna Foa – si tratti di un fatto estremamente positivo perché forse non sarà possibile istituire nuovi processi contro i responsabili dei crimini accertati ma il materiale si rivelerà comunque prezioso per gli addetti ai lavori. Il mio auspicio è che questa pubblicazione dia il via a studi ancora più approfonditi su quella stagione, fornendo nuove risposte e chiarendo punti che restano oscuri. Ne abbiamo tutti molto bisogno”.