Netanyahu: “Su Tsahal, ha ragione Eisenkot. La forza si usa con proporzione”
Probabilmente il generale israeliano Gadi Eisenkot, capo di Stato maggiore, non si aspettava di scatenare così tante polemiche. Davanti a un gruppo di studenti delle scuole superiori e parlando dell’attuale ondata di attacchi terroristici palestinesi, Eisenkot aveva sottolineato come le regole di ingaggio dell’esercito israeliano non prevedano che i soldati “scarichino un intero caricatore su una ragazza che tiene in mano delle forbici”. Un’affermazione che aveva dato il via a una bagarre di critiche e difese da parte dei politici dei due versanti. Tra chi aveva attaccato il capo di Stato maggiore, anche due membri dell’esecutivo: il ministro dei Trasporti Israel Katz e il viceministro agli Esteri Tzipi Hotovely, che aveva accusato Eisenkot di danneggiare l’immagine di Israele. A mettere fine alla discussione il Primo ministro Benjamin Netanyahu, rimasto inizialmente fuori dalla questione per poi intervenire nel corso della riunione di gabinetto di inizio settimana. “Il dibattito attorno alle parole del capo di Stato maggiore è inutile – ha dichiarato il Premier – Quanto ha detto è ovvio ed è altrettanto chiaro che le forze di sicurezza” agiscano secondo le direttive indicate dal generale. “Tutte le critiche poste sono inappropriate e sono legate a incomprensione o ad attacchi politici. In entrambi i casi, sono inaccettabili”.
A scendere al fianco di Eisenkot era stato anche il ministro della Difesa Moshe Yaalon (a cui si è poi aggiunto il ministro dell’Educazione Naftali Bennet, leader di Habayt HaYehudi, partito da cui si erano levate diverse critiche al generale), che aveva sottolineato il suo totale supporto per le affermazioni sulle regole di ingaggio. “Non possiamo permetterci di diventare insensibili o di avere il grilletto facile”, il commento di Yaalon davanti ad alcuni studenti e soldati. “Tsahal non può parlare per slogan come quello che dice ‘se vengono per ucciderti, alzati e uccidili per prima’ – aveva ammonito il capo di Stato maggiore – I soldati devono agire solo se c’è una minaccia per la vita”. “Dobbiamo sapere come vincere mantenendo la nostra umanità”, aveva fatto eco il ministro della Difesa, aggiungendo, riferendosi all’attuale complessa situazione, “come siamo riusciti a vincere nelle guerre precedenti, sconfiggeremo anche questa ondata di terrore”.
Daniel Reichel
(22 febbraio 2016)