Israele – Eliav Gelman (1986 – 2016)
“Cosa succederà adesso? Chi porterà Yoav in sinagoga? Chi sosterrà tua moglie Rinat durante il parto? Tra un mese e mezzo tuo figlio nascerà, e non riceverà mai un tuo abbraccio”. Sono queste le domande con cui il fratello Eyal ha espresso il tragico senso di vuoto lasciato da Eliav Gelman, il riservista capitano dell’aviazione di Tzahal, padre di due figli e di uno in arrivo, rimasto ucciso nello scontro tra i soldati israeliani e un terrorista palestinese al valico di Gush Etzion. I suoi funerali si sono svolti a Kfar Etzion ieri a tarda notte, alla presenza di migliaia di persone, unitesi nel doloroso ricordo della famiglia, a cui Eliav era tanto legato. “Eliav – si è rivolto a lui suo padre David – credo che la quiete che ti ha tanto contraddistinto non nasconda chi eri e quello che hai fatto nella tua breve, ricca vita”.
Gelman, 30 anni, viveva a Karmei Tzur, insieme ai due figli Yoav e Yair, di 2 e 5 anni, e la moglie Rina, ancora incinta. Veniva da Kiryat Arba, aveva due fratelli e una sorella, e aveva studiato alla Yeshivah Mekor Haim. Al di fuori dell’esercito, erano la famiglia e lo studio della Torah ciò che più contava per lui.
“Eliav, tu eccellevi in qualunque cosa facessi e davi sempre il massimo – il ricordo del fratello Eyal – come fratello, come amico, nell’esercito, in yeshivah e come capofamiglia”. “Anche da soldato, la quantità di tempo che riusciva a dedicare ai suoi figli era straordinario”, ha confermato la vicina Esti Uliel. “Erano una gioia per tutti qua intorno, Eliav e i suoi ragazzi”. Gelman era amato e affettuoso, ha poi aggiunto suo fratello,”sentiva una stretta connessione con il popolo ebraico, la Terra d’Israele, e la Torah di Israele. Ogni mattina, al risveglio, non importa cosa fosse successo durante la notte, dovunque e in qualunque periodo, anche nell’esercito, studiava la parte quotidiana di Talmud e di Torah”.
A ricordare la dedizione di Eliav anche la sorella Sophia. “Proprio ieri mi hai chiamata per aiutarmi con i miei studi, e non hai riattaccato il telefono finché non eri completamente sicuro che io avessi davvero capito”, ha raccontato. “Solo il tuo nome riesce a calmarmi, avevi questa pace interiore e una serenità di cui era difficile non accorgersi, insieme a una verità che seguivi, e ho sempre desiderato costruire una casa piena della gioia e del calore che trasmettevi tu”, ha aggiunto. Anche per il fratello minore, Itamar, Eliav era un modello di vita. “Che cosa non ho imparato da te? Ho sempre voluto somigliarti”, ha detto al funerale. “Qualche tempo fa ho cominciato a cucire all’uncinetto una kippah per te”, ha quindi aggiunto Sophia. “Doveva essere un regalo per quando avresti lasciato l’esercito ma non sono mai riuscita a finirla. Volevo che fosse perfetta come eri tu”.
Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked
(25 febbraio 2016)