contro il sessismo – Come una ragazza
Troppo spesso il ruolo femminile nei libri di testo è rappresento secondo stereotipi negativi. Stereotipi che minano l’istruzione delle ragazze. Ad affermarlo, un recente studio promosso dall’Unesco,l’’Agenzia delle Nazioni Unite che promuove la scienza e la cultura. E questa rappresentazione, afferma il rappresentante Unesco Manos Antonini, costituisce un ostacolo nascosto alla parità di genere.
Il rapporto in questione evidenzia come le figure femminili compaiono spesso in un ruolo secondario nei libri di testo usati a scuola, su cui si basa, sottolinea l’Agenzia, il 70 fino al 95 per cento dell’insegnamento in classe. Un problema non secondario che limita le aspettative di carriera delle donne, avvertono gli esperti. “Garantire a tutti i ragazzi e alle ragazze di andare a scuola è solo una parte della battaglia – afferma Antonini – Ciò che viene insegnato è altrettanto, se non più, importante. Il persistente pregiudizio di genere nei libri di testo abbassa le motivazioni delle ragazze, l’autostima e la partecipazione a scuola”. Per contrastare questa situazione, l’Unesco ha lanciato per la Giornata internazionale della Donna una campagna social su Istagram chiedendo agli utenti il mondo di postare, con l’hashtag #betweenthelines, casi positivi di promozione sui libri di testo della parità di genere o, all’inverso, di casi negativi. Tra questi ultimi, ad esempio è stata postata online l’immagine di un testo scolastico turco in cui due vignette vicine raffigurano una ragazza e un ragazzo che sognano cosa faranno da grandi: la giovane immagina di sposarsi mentre il bambino di diventare un dottore.
Nei paesi in via di sviluppo la disparità di trattamento è più evidente, sottolinea l’Agenzia, ma non ne sono esenti anche i paesi considerati più all’avanguardia: in Australia, ad esempio, nonostante nel paese vi siano più donne rispetto agli uomini, da uno studio condotto nel 2009 emergeva che il 57 per cento dei protagonisti dei libri di testo erano uomini. Questi ultimi erano rappresentati il doppio delle volte rispetto alle donne nei panni di avvocati o giudici, quattro volte tanto nei panni di politici o persone del governo.
Altro dato diffuso dall’Unesco per Giornata della Donna, è legato alla disparità di accesso all’educazione scolastica tra i sessi: 16 milioni nel mondo, le bambine tra i 6 e gli 11 anni che non frequenteranno mai le scuole elementari. Il doppio rispetto ai coetanei maschi, il calcolo dell’Agenzia. “Le bambine sono più suscettibili di essere private del loro diritto all’educazione”, sottolinea il direttore generale Unesco Irina Bokova. La regione con le disparità più marcate è l’Asia con l’80 per cento, contro il 16 per cento per i maschi. Gravi disparità, aggiunge l’Agenzia Onu, si registrano anche in Africa subsahariana e nei Paesi arabi.
Sempre più campagne vengono combattute attraverso i social network per sensibilizzare la popolazione di fronte alla diseguaglianza di genere. A riguardo, si possono citare ad esempio quella lanciata da Microsoft lo scorso 8 marzo #makewhatsnext: nel video alcune bambine e ragazze spiegano di amare le materie scientifiche perché “si possono inventare tante cose belle e non c’è limite a ciò che puoi fare”. Quando viene chiesto loro di citare nomi di inventori, tutte fanno nomi di grandi personaggi maschili, Benjamin Franklin, Leonardo Da Vinci, Thomas Edison, Albert Einstein, Nikola Tesla. Mentre alla domanda sulle inventrici, tutte fanno scena muta. “A scuola è sempre una questione di uomini inventori.. L’ho appena realizzato”, afferma una ragazza. Il video continua ricordando che non tutto è fatto dagli uomini (not everything is “man” made) ed elenca i nomi di inventrici e scienziate, accompagnati dalla loro invenzione come Gertrude Bell Elion e le sue importanti scoperte nella farmacologia contro la leucemia, il virus HIV e la malaria o Ada Lovelace, che ha ideato il primo algoritmo inteso per essere elaborato da una macchina (tanto che la Lovelace è considerata la prima programmatrice di computer al mondo). “Sei sorpresa perché parlano sempre i Einstein e Bejmanin ma non senti mai una ragazza nella conversazione”, afferma una delle bambine intervistate. “Sapere che ci sono state donne prima di me – afferma un’altra – mi dà la motivazione per inventare qualcosa e magari portare un cambiamento nel mondo. Sarebbe molto bello”.
Altra iniziativa che ha preso piede sui social, è quella del progetto di Always, azienda di prodotti femminili, e in particolare del video #likeagirl che su youtube ha raggiunto 60 milioni di visualizzazioni. L’idea è quella di cancellare il pregiudizio negativo spesso associato al concetto di “comportarsi come una ragazza”. “Nel mio lavoro come documentarista, ho assistito alla crisi di fiducia tra le ragazze e l’impatto negativo degli stereotipi di prima mano – spiega Lauren Greenfield, documentarista, fotografa e regista del video #LikeAGirl. “Quando si usano le parole ‘ come una ragazza’ per intendere qualcosa di brutto, è profondamente sminuente. Sono orgogliosa di collaborare con Always per far luce su come questa semplice frase possa avere un impatto significativo e duraturo sulle ragazze e le donne”, afferma Greenfield che in un’altra intervista aveva spiegato come l’educazione ebraica ricevuta dai suoi genitori ha influito sulla sua concezione del mondo “L’educazione, il porre domande e l’idea di costruire un mondo migliore, riflettono sicuramente i valori ebraici”, spiegava la regista con alle spalle diversi lavori legati al mondo delle donne. “C’è qualcosa sul fatto di essere un outsider, di far parte di una minoranza che guarda con occhi critici la realtà, che funziona bene con questo tipo di documentari fotografici”, raccontava rispetto al suo lavoro Greenfield, nominata nel 2003 dall’American Photo magazine tra i 25 fotografi più influenti al mondo. “Sono stata fortunata a crescere in un periodo in cui punti di vista differenti venivano celebrati e la prospettiva femminile risultava più fresca, a causa del dominio maschile nelle generazioni precedenti”. “Sono entusiasta – dichiarava la fotografa nel 2014 – di far parte del movimento che vuole ridefinire ‘il concetto di ‘come una ragazza’ e farlo diventare un’affermazione positiva”.
Daniel Reichel
(11 marzo 2016)