dialogo – La laicità in discussione

benedizioni e tar“Ora le faremo, sarà convocato il consiglio di istituto per decidere, la richiesta dei parroci è già arrivata”, dice la preside Daniela Turci. Sulle benedizioni pasquali in classe, fuori dall’orario di lezione, la scuola tira dritto dopo che il Consiglio di Stato ha sospeso la sentenza del Tar che le vietava. Ed è di nuovo polemica. “Fermatevi”, dicono i contrari, assicurando, da parte loro, che “comunque anche noi andremo avanti a difesa della laicità della scuola”. E allarga le braccia il vicario generale della Curia Giovanni Silvagni: “Che tristezza, di fronte alle sfide che abbiamo sull’integrazione ci mettiamo a litigare tra noi su simboli di pace come le benedizioni. Non abbiamo bisogno di questa ostilità. Tutto viene livellato a un minimo comune denominatore dove ogni differenza, ogni passione politica e culturale viene annullata. È come dire che offende la mimosa regalata alle colleghe nei luoghi di lavoro l’8 marzo”. Insomma, sulle benedizioni nelle scuole siamo da capo, con una la battaglia legale ancora in corso (il ricorso del Ministero sarà discusso nel merito il 28 aprile ) e lo scontro tra opposte fazioni che si riaccende. Nel ricorso depositato dall’avvocatura generale dello Stato, per conto del ministero all’Istruzione, si sottolinea che “le modalità con cui è stato consentito l’uso dei locali”, ovvero una convenzione tra la scuola e le parrocchie, escludono, “da un lato, qualsiasi presunto ‘coinvolgimento’ discriminatorio della scuola rispetto ad altre confessioni religiose e, dall’altro, che vi sia stata lesione del diritto di libertà di religione”. E ancora “La libertà religiosa — è un passaggio — include la libertà di praticare e quella di non praticare; non sembra, invece, che includa un (supposto) diritto di esigere, in nome del rispetto delle convinzioni proprie, che altri si astenga dal manifestare e praticare le sue”. Al contrario, la sentenza del Tar aveva bocciato le benedizioni in quanto “rito religioso” che non è possibile svolgere in locali scolastici. Genitori e maestri contrari affilano le armi. “Faremo istanza di revoca — dice la legale Milli Virgilio — l’urgenza con la quale hanno sospeso la sentenza del Tar non è nemmeno motivata. Un’urgenza tutta politica”. Intanto il consiglio di istituto dell’IC 19 (primarie Fortuzzi, Carducci e medie Rolandino) sarà convocato entro dieci giorni: potrebbe fare una nuova delibera, siglando convenzioni con le parrocchie per l’uso delle aule, e dunque autorizzarle. “In quella sede ne discuteremo. Io sarei felice se si facessero — spiega il presidente Giovanni Prodi — ma pur ritenendo giusto farle credo anche doveroso cercare la via del dialogo”. Convintissima è la preside: “Questa sospensione ci dà la possibilità di agire, si potranno fare anche dopo Pasqua”. I parroci della zona hanno già fatto richiesta. “Se il consiglio di istituto l’accoglierà andremo a benedire”, dice don Vittorio Zoboli. Forza Italia e Lega cantano vittoria “Ora garantirle”. L’unione degli Atei parla invece di un “provvedimento del Consiglio di Stato incomprensibile”. La responsabile dell’Uaar Adele Orioli attacca “l’atteggiamento di supina acquiescenza al potere clericale”. Per la maestra Monica Fontanelli, tra le ricorrenti contro le benedizioni, “sarebbe saggio fermarsi. E non fare forzature”.

Ilaria Venturi, Repubblica Bologna, 9 marzo 2016

(11 marzo 2016)