Oltremare – Pras Israel

fubiniOgni anno in Israele, più o meno quando arrivano le folate di chamsin primaverile, arriva anche un’ottima occasione per sentirsi profondamente ignoranti in fatto di storia nazionale e cultura generale. È sempre così, quando escono le nomination per il “Pras Israel”, il premio distribuito dal Ministero dell’Educazione dal lontano 1953 a un numero variabile di israeliani eccellenti, divisi perfino per categorie. Una specie di micro-Nobel, o mini-Oscar, o comunque una celebrazione allegra e il più delle volte interessante dell’israelianità.
Per cominciare, è un forum nel quale il grado raggiunto nell’esercito, o il numero di guerre vinte o perse, è totalmente irrilevante. Già un bel sospiro di sollievo, in una società nella quale ancora oggi, e chissà fino a quando di questo passo, la gerarchia dell’esercito è incombente ovunque, dalla politica all’industria all’high-tech. Il premio viene dato secondo quattro macro-categorie: scienze sociali o umanistiche o studi ebraici; scienze (esatte o naturali); cultura, arti, comunicazione e sport; e dal 1972, alla carriera e al contributo straordinario alla nazione.
Le nomination di solito non vengono comunicate tutte assieme, lasciando lo spazio sui media a ciascun nominato singolarmente. Per fortuna, perché di solito io scopro l’esistenza di questi israeliani illustri solo in quel momento. Per dire, Nurit Hirsch, nominata ieri per la musica, non era esattamente parte del mio orizzonte culturale. Eppure, ha composto le colonne sonore di 14 film, e ha scritto qualcosa come mille (sic) canzoni, e la sua “Abanibi” ha vinto l’Eurovisione nel 1978. Noi in Italia siamo tutti cresciuti cantando “Ba-Shanah ha-Ba’ah (neshev ‘al ha-mirpeset, ecc)” ma sfido chiunque a dire chi l’abbia scritta. E dunque, grazie al “Pras Israel” adesso lo sappiamo: Nurit Hirsch.
Ora, se io volessi essere una israeliana un po’ più consapevole, prenderei la lista di tutti quelli che hanno ricevuto il premio dal 1953 in poi, e mi metterei con santa pazienza a studiare. Ci sarebbe da farci un bel PhD in storia della società israeliana, a partire da quella lista.

Daniela Fubini, Tel Aviv twitter @d_fubini

(14 marzo 2016)