rassegna stampa – Inviolabilità, dignità e libertà
Identificare movimenti settari e correnti totalitarie e una eventuale interpretazione “perniciosa e distorta” dell’Islam. Riconoscere il linguaggio del fanatismo oppure capire “quando un individuo si identifica con il radicalismo violento”. Saper vedere “le perversioni” dell’estremismo. Sono questi alcuni dei contenuti inclusi per la prima volta nei piani di studio di religione islamica che viene insegnato agli alunni musulmani nelle scuole pubbliche, con l’esplicito obiettivo di prevenire il terrorismo. I programmi sono stati preparati in collaborazione con la Commissione islamica spagnola, l’organo di rappresentanza che, secondo l’accordo di cooperazione firmato con lo Stato nel 1992, progetta i piani di studio e nomina insegnanti responsabili dell’insegnamento della materia. Gli obiettivi di ogni corso sono elencati in maniera chiara, e prevedono al primo posto un lavoro su “inviolabilità, dignità e libertà umane” che cresce in specificità e complessità al crescere dell’età degli studenti. E per quanto riguarda l’educazione della prima infanzia, che è il primo contatto di ragazzi e ragazze con la loro religione in classe musulmana, il curriculo pubblicato ieri insiste su concetti come “educazione democratica” e “uguaglianza di genere”. (ABC, 19 marzo)
Giochi pericolosi. “I genitori sono gli ultimi ad accorgersene. Anche se a volte sono loro ad aprire ai figli, senza rendersene conto, la porta al mondo del gambling. Succede in molte case. Arriva la richiesta, papà e mamma scaricano la app. Un gioco a prima vista innocente, luci e suoni adatti a bambini sotto i dieci anni. II primo livello è facile, divertente, studiato per tirarli dentro”. È il Corriere della Sera a lanciare l’allarme dalle pagine milanesi, il 20 marzo, sulle app che invogliano i più piccoli a giocare d’azzardo, sotto un’apparenza totalmente innocente. Ufficio scolastico territoriale e Comune di Milano reagiscono con un programma di prevenzione che, iniziato a gennaio, coinvolgerà circa cinquemila ragazzi di età compresa fra i nove e i quattordici anni.
Espulsioni. È stato espulso da scuola per aver inneggiato agli attentati di Bruxelles, dopo che per un gesto simile compiuto dopo gli attentati a Parigi era stato richiamato dai professori. Ai compagni di classe aveva detto di essere contento per gli attentati di Bruxelles. Il caso, finito anche al centro degli accertamenti della Digos (il ragazzino pare sia nipote di uno degli indagati in un’inchiesta del 2002 sul terrorismo di matrice islamica a Cremona) obbliga a riflettere sul ruolo degli insegnanti e della scuola. (Corriere della Sera, 24 marzo)
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(25 marzo 2016)