francia – La scuola pubblica fa paura
“È una realtà, purtroppo. Ed è una realtà inaccettabile”. Intervenendo alla cena annuale del Conseil Représentatif des Institutions Juives de France, il massimo ente di rappresentanza dell’ebraismo d’Oltralpe, il primo ministro Manuel Valls ha riconosciuto con chiare parole il problema.
Gli ebrei francesi non temono per l’incolumità fisica solo quando passeggiano per strada con la kippah, entrano in sinagoga, frequentano locali casher, ma anche quando mandano i loro figli nella scuola pubblica.
“Nel 2015 si sono registrati oltre 900 attacchi antisemiti. E la nostra impressione è che per il 2016 le cose non andranno meglio. Per questo molte famiglie stanno decidendo di ritirare i ragazzi dalle scuole gestite dallo Stato” afferma il direttore generale del Crif, Robert Ejness, in una intervista a Vice News.
Non vengono definiti parametri quantitativi ma il trend, spiega Ejness, va chiaramente in quella direzione anche tra chi è ben lontano dal prendere in considerazione l’ipotesi dell’aliyah, la “salita” in Israele, un’opzione sempre più gettonata nella Francia ebraica.
Gli episodi antisemiti, dall’offesa verbale all’aggressione fisica vera e propria, fanno registrare diverse matrici. C’è l’immancabile estrema destra, in compagnia di gruppi di estrema sinistra. Ma a preoccupare sono soprattutto i segnali che arrivano dal mondo islamico, dai tanti giovani (anche di terza generazione) che ancora oggi fanno fatica ad integrarsi. “Siamo consapevoli che la violenza non è la strada praticata dalla gran parte degli islamici francesi e che queste azioni vanno circoscritte a una minoranza. Ma si tratta comunque di un numero significativo di persone” sottolinea Ejness.
Adam Smulevich
(15 aprile 2016)