Yom HaZikaron – Le parole del presidente Rivlin:
“Israele non dimentica i suoi figli,
continueremo a lottare per la pace”

Schermata 2016-05-11 alle 13.48.31“Mio splendido ragazzo mi innamoro di te nuovamente ogni ogni giorno. Il suono della tua risata, la luce chiara delle tue lacrime, la felicità della tua anima. Anche se cammino in una valle d’ombra e di morte, niente di male accadrà. Sentirò solo amore, dal momento che tu sei con me il giorno e la notte”. Sono le parole che il poeta Natan Yonatan dedicò al figlio Lior, caduto a 21 anni mentre combatteva nella Guerra dello Yom Kippur. Parole con cui il Presidente d’Israele Reuven Rivlin ha voluto aprire la sua riflessione nel giorno in cui il Paese ricorda i suoi figli caduti in guerra e le vittime del terrorismo, lo Yom HaZikaron. “L’anno scorso, mentre stavo in piedi davanti a voi, mie amate famiglie, mi sono preso un momento e ho espresso un desiderio, – l’intervento di Rivlin durante la cerimonia a Gerusalemme – vi ho raccontato un sogno, ho pregato che magari, da quel Giorno del Ricordo a questo, non avrei dovuto più recarmi in visita da altre famiglie le cui intere vite erano appena crollate loro addosso. Ho pregato che quest’anno saremmo stati qua, finalmente, senza nuovo dolore. Ma anche quest’anno, la realtà ha bussato alla nostra porta. Quest’anno, ancora una volta, ho incontrato ragazzi e ragazze di talento, simpatici, pieni d’amore e di promesse. E ognuno di loro singolarmente è un tesoro. E anche quest’anno, ho avuto modo di conoscerli troppo tardi – quando non c’erano già più”. “Per più di 68 anni abbiamo combattuto la stessa guerra, la guerra per la nostra indipendenza – una campagna ancora in corso che cambia faccia e forma. – ha continuato Rivlin – È una battaglia dolorosa che aggiunge costantemente nuove cicatrici al corpo e allo spirito di questo popolo antico e robusto. Proprio nelle pietre dietro di me, le pietre del Muro Occidentale, il cosiddetto ‘Muro del pianto e della speranza’, vi è la testimonianza del fatto che non siamo un popolo della guerra. Non scendiamo in battaglia affamati di guerra, ma con un desiderio di pace, la passione per la vita e l’odio per la morte. Ma ci rendiamo conto di una verità amara e orribile: c’è un prezzo terribile – che voi famigliari delle vittime avete pagato – per essere una nazione determinata a proteggere i suoi cittadini e la sua indipendenza. Staremo sempre uniti e forti contro chiunque osi mettere in ogni modo la nostra determinazione alla prova”.
Alla cerimonia per le vittime del terrorismo al Monte Herzl è intervenuto invece il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Parlando alle famiglie delle vittime, Netanyahu ha ribadito che “tutto il Paese è al vostro fianco”. Anche di fronte alla profondità delle tenebre, ha dichiarato Netanyahu, gli israeliani fanno sempre passo avanti e si schierano in prima linea per salvare gli altri, rivelando “il proprio coraggio e il desiderio di dare”. “Questo è un giorno difficile. Le ferite si riaprono – ha affermato Netanyahu ma – non siete soli”.

(11 maggio 2016)