Qui Torino – Al Salone con Pagine Ebraiche
Teheran-Tel Aviv: solo andata
“Volevo una poesia, ho trovato la libertà”.
Il poeta iraniano Payam Feili, fuggito da Teheran per le persecuzioni cui sono sottoposti gli omosessuali, racconta assieme alla redazione di Pagine Ebraiche la sua nuova vita in Israele, il paese che l’ha accolto e da dove, scrivendo delle difficoltà e delle sventure dei suoi connazionali, cerca di essere la loro voce. Una voce, ha spiegato al giornale dell’ebraismo italiano, “che è soffocata dal regime”.
Racconta Feili: “Ho scelto di guardare Israele con i miei occhi e non attraverso la propaganda in Iran. Ascoltavo le notizie da lì, è vero, e non potevo certo vedere il paese come è davvero, ma non ho lasciato che la negatività delle informazioni che mi arrivavano mi offuscasse lo sguardo. Ho studiato la storia ebraica prima, poi quella di Israele, ma soprattutto sono andato alla fonte, leggendo la Torah in persiano”.
“La peggiore distorsione di cui è vittima la società israeliana, l’unica democrazia sulla sponda meridionale del Mediterraneo – commenta il direttore dell’area Comunicazione e della redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Guido Vitale – è quella di ridurre le nostre conoscenze di un mondo tanto complesso al problema del conflitto che infiamma il Medio Oriente. Ma Israele è anche terra di cultura, d’asilo, d’accoglienza e di convivenza fra genti diverse. È spazio di diirtti civili. Per questo la nostra scelta è di dare voce a un giovane poeta iraniano che chiede di poter esprimere liberamente la sua identità e la sua creativita”.
L’appuntamento è per lunedì 16 maggio alle 13 allo Spazio Autori. Assieme a Feili e Vitale anche Daniela Fubini, che firma l’intervista al poeta iraniano che appare sul numero di aprile del mensile UCEI.
(Il disegno è di Giorgio Albertini)
(13 maggio 2016)