lahav al ciak junior film festival – La vittoria di “It’s not me”

it's not me“I principi presentati da questo film si rifanno al senso di responsabilità e condannano la discriminazione e la disonestà. Tali principi riflettono l’esigenza di avere più tolleranza e rispetto reciproco, che rappresentano i valori  base di una società più giusta e pacifica, che UNESCO è impegnata a promuovere con ogni mezzo” Sono queste le motivazioni che hanno portato “It’s not me”, filmato prodotto dall’associazione israeliana Lahav con un gruppo di bambini a rischio di Naharia a vincere il “Riconoscimento speciale dell’Ufficio Regionale UNESCO per la Scienza e la Cultura in Europa” assegnato a fine maggio a Cortina d’Ampezzo. A Cortina, infatti, si è appena chiusa la ventisettsima edizione di Ciak Junior International Kids & Youth Film Festival, noto per il suo impegno nello spiegare ai giovani come nasce un prodotto audiovisivo facendoli partecipare attivamente a tutte le fasi produttive, dalla scrittura del soggetto fino alle riprese. E Lahav, che vi partecipa da tempo, quest’anno ha vinto anche il  Best Subject Award, il premio per il miglior soggetto, sempre con “It’s not me”, che è parte di “Life as a Movie”, un progetto più ampio risultato del lavoro che Lahav porta avanti dal 1998. Itai Kahn, GM dell’organizzazione e in Italia proprio per Ciak Junior, ha approfittato del viaggio per incontrare Gloria Arbib, Segretario Generale dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, a cui ha presentato l’associazione, mostrando anche alcuni dei filmati prodotti, nell’ottica di sviluppare una collaborazione sia con l’ebraismo italiano che più specificamente con le scuole.
IMG_20160526_145004Dalla collaborazione a distanza agli interventi diretti, Kahn ha spiegato che il metodo e tutti i materiali di Lahav sono a disposizione di chiunque voglia impegnarsi insieme a loro per iniziative che ne portino avanti gli obiettivi e gli ideali: dai laboratori alla produzione alla visione dei mediometraggi già prodotti (tutti disponibili su YouTube), ogni attività avrà l’appoggio e il sostegno dell’associazione.
Nata da un’idea del regista, produttore e dramaterapista Sylvan Biegeleisen, ha potuto contare negli anni sull’apporto di idee, lavoro e passione di decine di collaboratori che credono nella capacità della produzione artistica come mezzo di miglioramento della società e come strumento utile a facilitare i rapporti in situazioni difficili e che hanno portato alla crescita e allo sviluppo di un metodo si è dimostrato efficace e apprezzato. Attiva in tutto il paese, lavora con gruppi anche molto differenti tra loro, e ogni progetto ha un focus specifico: che si tratti di bambini, adolescenti, nuovi immigrati o soldati, Lahav porta i partecipanti a collaborare e lavorare insieme, anche grazie al supporto delle istituzioni locali. Possono essere settimane o mesi di lavoro, ma portano immancabilmente a una proiezione alla Cinemateca di Tel Aviv, in quella che si trasforma sempre in una grande festa. Dall’improvvisazione allo storytelling, dal lavoro sulla sceneggiatura alla recitazione, tutto il percorso è accompagnato da professionisti che aiutano i partecipanti ad arrivare al risultato finale: un mediometraggio. Un metodo talmente collaudato da aver portato i progetti di Lahav a vincere numerosi premi, ma la cosa più importante resta l’effetto sui partecipanti. Come ha spiegato uno di loro, il diciassettenne Shlomi Cohen di Carmiel: “Grazie al film sono diventato più sensibile. È stato un investimento che resterà con me per tutta la vita”.

Ada Treves twitter @atrevesmoked

(3 giugno 2016)