Israele – Yom Yerushalaim
“Tutte le strade portano qua”

ShowImage (2) Sono già migliaia le persone che da questa mattina si sono recate al Kotel, il Muro Occidentale, per pregare e festeggiare in occasione di Yom Yerushalaim, la ricorrenza nazionale che celebra la riunificazione di Gerusalemme e l’inizio del controllo israeliano sulla Città Vecchia dopo la Guerra dei Sei giorni del 1967 lanciata contro lo Stato ebraico dagli eserciti arabi. Un giorno di grande festa per tutto il paese, dove per il 49esimo anniversario dall’evento è prevista un’intera giornata di celebrazioni che darà il via a un anno di preparazione all’atteso cinquantesimo.
“Mentre celebriamo un altro anno di unità a Gerusalemme, vediamo ora che Gerusalemme è aperta all’intero paese, e allo stesso modo l’intero paese è aperto a Gerusalemme”. Sono le parole pronunciate dal presidente israeliano Reuven Rivlin già qualche giorno fa, nel corso della sua visita a un tratto dei futuri binari della linea ferroviaria ad alta velocità che collegherà la Capitale a Tel Aviv, la cui inaugurazione è in programma per il 2018. La decisione di costruire un collegamento ad alta velocità tra le due città è stata presa nel 2001, e una volta aperto sarà possibile spostarsi in circa mezz’ora – contro i 78 minuti sulla vecchia linea costruita ai tempi dell’Impero Ottomano – con treni che partiranno ogni quarto d’ora. “E questa – ha concluso Rivlin – è solo una dimostrazione del fatto che tutte le strade portano a Gerusalemme”. E le strade di Gerusalemme saranno come ogni anno le vere protagoniste della ricorrenza, con la tradizionale parata organizzata dall’associazione Am K’lavi, che partirà nel pomeriggio dal centro della città e arriverà fino al Kotel, passando per la porta di Damasco e il quartiere musulmano della Città Vecchia. In contemporanea anche le celebrazioni ufficiali, tenute dal sindaco Nir Barkat al Museo della Storia di Gerusalemme, nella Torre di David, seguite dalla cerimonia di Stato, durante la quale si è scelto di inaugurare un Museo nazionale della riunificazione di Gerusalemme e dell’eredità della Guerra dei Sei giorni sulla Ammunition Hill, l’altura dove si svolse una della battaglie decisive contro l’esercito giordano, che vi aveva collocato un posto di blocco. La decisione del governo di finanziare un museo nazionale, trasformando il sito attualmente in mano a organizzazioni private e dandolo in gestione al ministero della Difesa, era rimasta temporaneamente in stallo in quanto l’ex ministro Moshe Yaalon era contrario. Con il passaggio dell’incarico a Avigdor Lieberman è stato invece dato il via libera negli scorsi giorni.
Quest’anno le misure di sicurezza prese dalle forze dell’ordine per la tradizionale parata sono state particolarmente elevate in quanto Yom Yerushalaim capita lo stesso giorno dell’inizio del Ramadan, previsto per questa sera, e si temono disordini. Si è detto tuttavia sicuro che non ci saranno problemi il sindaco Nir Barkat, sottolineando il fatto che la manifestazione segue lo stesso percorso da anni. “La violenza non serve per dar conto della realtà, e credo che le frizioni in questa città siano sempre esistite e sempre esisteranno”, ha dichiarato alla radio dell’esercito. “Gerusalemme festeggia e dunque è giusto che questa marcia abbia luogo – le sue parole – con decine di migliaia di persone che prendono parte a questa giornata di celebrazioni”. Per evitare sovrapposizioni, la polizia israeliana ha comunque deciso di anticipare l’orario di inizio della manifestazione e di vietare l’accesso attraverso la porta di Damasco dopo la sua fine alle sette di sera, esortando inoltre i partecipanti ad “astenersi da ogni tipo di violenza fisica e verbale” e facendo sapere che “agirà contro ogni tentativo di violare la legge e l’ordine pubblico”. Negli scorsi giorni l’organizzazione pacifista Ir Amim (“Città delle Nazioni”) ha portato una petizione alla Corte Suprema per deviare il percorso della parata in modo che non passi attraverso il quartiere musulmano della Città Vecchia, che è stata tuttavia respinta questa mattina.
A sottolineare il valore simbolico di Gerusalemme come centro spirituale il popolo ebraico e come Capitale per Israele è stato infine, tra gli altri, anche il rabbino capo del Commonwealth Ephraim Mirvis. Per il rav è dal suo nome che se ne intuiscono le proprietà, poiché si tratta di una parola al plurale, ‘Yerushalaim’, “come se si dicesse ‘Gerusalemmi'”. “Sono pochi i termini ebraici che non hanno singolare – le sue parole riportate dal sito Arutz Sheva – tra cui ‘chaim’, vita, poiché se si prende anche un solo nanosecondo di vita è già plurale, dal momento che l’anima vive per sempre”. Vale lo stesso di Gerusalemme, prosegue, “una città al plurale perché è la capitale del popolo ebraico”.
“Vi sono stati momenti della nostra storia in cui altri possono aver dichiarato che fosse finita, ma Gerusalemme è sempre stata lì, nel cuore di Am Israel. Per questo a Yom Yerushalaim – la sua conclusione – celebriamo il fatto che Gerusalemme è nelle nostre mani ed è la capitale di Dio, il centro della nostra spiritualità e della santità nel mondo, ma anche il fatto che abbiamo ricevuto come una benedizione questa passata, presente e futura capitale del popolo ebraico”.

(5 giugno 2016)