“Il terrorismo non ci fermerà”
“Ero seduto al ristorante e loro si comportavano come normali clienti. Avevano delle buste con sé e avevano ordinato da mangiare. All’improvviso hanno tirato fuori le armi e hanno iniziato a sparare. Non hanno urlato nulla. Hanno semplicemente estratto le armi e aperto il fuoco”. È il racconto di uno dei manager di Max Brenner, popolare ristorante del Sarona Market di Tel Aviv, che, parlando con i media israeliani, ha ricostruito i primi attimi dell’attentato terroristico che ieri sera ha colpito il cuore della città: alle 21.30 ora locale due terroristi palestinesi, vestiti in giacca e cravatta, hanno iniziato a sparare sulla folla, uccidendo quattro persone e ferendone altre sedici. Ido Ben Ari, Michael Feige, Ilana Nave e Mila Mishayev i nomi delle vittime mentre tra i feriti, sei sono ricoverati all’ospedale Ichilov, in serie condizioni. Nello stesso ospedale è ricoverato anche uno dei due attentatori – l’altro è stato ucciso -, colpito mentre cercava di scappare. Le autorità hanno escluso che i due terroristi avessero dei complici. I due erano cugini e provenivano entrambi da Yatta, città nei pressi di Hebron, in Cisgiordania. Sul luogo sono intervenute le forze di sicurezza israeliane, che stanno indagando per capire le dinamiche attraverso cui i due sono riusciti ad infiltrarsi in Israele. Intanto è stata decisa la sospensione di 83mila permessi rilasciati ai palestinesi per entrare in Israele durante il Ramadan, iniziato nei giorni scorsi.
“Troveremo chiunque ha collaborato a questo attacco – ha dichiarato il Premier Benjamin Netanyahu, arrivando sul luogo dell’attentato – e agiremo in modo fermo e intelligente per combattere il terrorismo”. Netanyahu nella notte ha riunito un gabinetto di sicurezza, a cui ha partecipato il nuovo ministro della Difesa, Avigdor Lieberman. “Non parlerò dei dettagli delle decisioni che prenderemo. Di sicuro non rimarranno solo parole”, ha affermato Lieberman, sottolineando la reazione dei cittadini tornati alla loro vita quotidiana nonostante il criminale attacco al cuore della loro città. Anche il sindaco di Tel Aviv Ron Huldai, dopo aver visitato i feriti all’ospedale Ichilov, ha invitato i suoi concittadini alla calma, ribadendo che “il terrorismo non fermerà le nostre vite”.
Del ruolo di Hebron, città dalla quale provengono diversi terroristi che negli scorsi mesi hanno colpito in Israele, ha parlato a Pagine Ebraiche l’esperto di terrorismo internazionale e già consulente dell’ufficio del Primo ministro israeliano in materia di sicurezza Yoram Schweitzer. “Sull’intera dinamica della vicenda è difficile dare valutazioni perché sono troppo scarne le informazioni. Hamas (gruppo terroristico che controlla Gaza) non ha fatto una rivendicazione chiara dell’attentato ma Hebron è notoriamente una zona dove la sua influenza è forte. Le nostre forze di sicurezza agiranno e credo lo faranno di concerto con l’Autorità nazionale palestinese che non ha nessun interesse a non collaborare: per loro è un rischio lasciare in mano alle forze di sicurezza israeliane tutta l’operazione, a maggior ragione perché in quelle zone ci sono movimenti che sfuggono al suo controllo”.
“La vita nel villaggio di Yatta, andrà avanti come al solito. – ha avvertito il viceministro della Difesa Eli Ben Dahan – Un villaggio che vede vivere terroristi in mezzo agli altri pagherà il suo prezzo”. Ben Dahan ha poi ricordato la sospensione dei permessi ai palestinesi per il Ramadan. “Purtroppo, ogni anno il mese di Ramadan è un mese legato al terrore. Le forze di sicurezza sono in allerta quando arriva questo mese, ogni anno”.
Daniel Reichel
(9 giugno 2016)