MIBACT – Se la tv aiuta a leggere

mibact letturaSecondo i dati diffusi nel gennaio scorso dall’Istat, il 42 per cento degli italiani (da sei anni in su, ovvero) ha letto almeno un libro nel corso del 2015. Stabile rispetto al 2014 ma otto punti percentuali in meno rispetto a cinque anni fa. Un dato che preoccupa gli esperti e inferiore alla maggior parte dei paesi europei. I “lettori forti”, cioè le persone che leggono in media almeno un libro al mese, sono il 13,7 per cento dei lettori (14,3 nel 2014) mentre quasi un lettore su due (45,5 per cento) si conferma “lettore debole”, avendo letto non più di tre libri in un anno. Di contro, l’89,7 per cento degli italiani guarda la televisione tutti i giorni. Abitudini molto diverse che raccontano di un’Italia in cui la cultura, e soprattutto la lettura, zoppica. Per incentivarla il ministero dei Beni e Attività Culturali e Turismo ha ideato il Patto per la lettura, firmato a fine maggio dal ministro Dario Franceschini e dai principali rappresentati delle televisioni nazionali: il direttore generale Rai, Antonio Campo Dall’Orto, il presidente Mediaset Fedele Confalonieri, l’amministratore delegato de La7 Marco Ghigliani, l’executive vicepresident di Sky Italia, Frederic Michel e l’amministratore delegato di Discovery Italia Marinella Soldi hanno siglato tutti un’intesa volta a “creare occasioni di promozione della lettura e dei libri all’interno di ogni genere di programma e non esclusivamente nei contenitori culturali”, a promuovere la lettura per bambini e ragazzi con format specifici, a realizzare “contenuti dedicati alla promozione della lettura in un’ottica multipiattaforma allo scopo di creare un’interazione con i nuovi media digitali e social network”.
“Abbiamo belle trasmissioni per lettori forti, ma l’esigenza principale è arrivare a chi non legge. Leggere – ha spiegato il ministro Franceschini – fa bene alla mente e all’anima. La tv può fare moltissimo per i giovani ma non soltanto per loro”. Parlando del Patto per la lettura, Franceschini lo ha definito un atto concreto volto a incentivare la lettura: “ la prima volta che tutte le televisioni si siedono intorno ad un tavolo e s’impegnano concretamente per creare occasioni di promozione della lettura e dei libri all’interno di ogni genere di programma”.
“Tra i punti più importanti del patto, – si legge sul sito dei www.beniculturali.it – l’impegno delle tv di pubblicizzare e diffondere i progetti nazionali di promozione della lettura realizzati del Centro per il libro e la lettura al fine di informare e coinvolgere il maggior numero possibile di cittadini, di promuovere e valorizzare la letteratura specifica per bambini e ragazzi attraverso programmi e format rivolti ai più giovani, di creare occasioni di promozione della lettura e dei libri all’interno di ogni genere di programma e non esclusivamente nei contenitori culturali”. Anche gli appuntamenti dedicati al libro – le tante manifestazioni sparse per lo Stivale – saranno poste al centro di programmi specifici in modo da valorizzarli.
In un’intervista a Pagine Ebraiche, Piero Dorfles, giornalista, critico letterario italiano e volto noto dei programmi culturali Rai, aveva messo all’indice il mondo dell’informazione pubblica rispetto al suo ruolo nella promozione della cultura e della lettura. “C’è uno strumento che si chiama Radiotelevisione italiana che dovrebbe produrre conoscenza e onestamente non lo fa. Io in Rai ci sono da anni e ho provato a cambiare qualcosa, usando quello che credo sia ancora il mezzo più potente per arrivare agli italiani, per il momento ancora più della rete. Ma sono rimasto isolato o comunque poco sostenuto”, denunciava Dorfles che poi si chiedeva polemicamente, quale cultura potesse trasmettere un programma a premi in cui unica cosa che si deve fare era aprire un pacco. Con il Patto per la lettura sembra che il cambiamento invocato da Dorfles si sia messo in moto.

Daniel Reichel

(10 giugno 2016)