qui milano – A scuola di imprenditoria
“Credo che lo stretto rapporto con Israele, con uno scambio di competenze nel mondo dell’innovazione tecnologica e delle startup, contribuisca a fare della Scuola ebraica di Milano un’eccellenza nel campo”. Ne è convinta Claudia Segre, presidente della Global Thinking Foundation, il cui scopo è di aiutare giovani studenti dotati di talento ad intraprendere percorsi professionali e per diffondere i principi di educazione finanziaria e di “cittadinanza economica” tra studenti e investitori. Lo ha capito nell’esperienza del programma di Alternanza Scuola Lavoro intitolato “Che impresa ragazzi!”, realizzato per la Scuola ebraica di Milano dalla Fondazione per l’Educazione Finanziaria e del Risparmio con il sostegno della GLT, che ha coinvolto gli studenti di terza tecnico, linguistico e scientifico e di quarta scientifico nella creazione di un’idea imprenditoriale e nello sviluppo di competenze finanziarie. Un impegno – sottolinea – “che si inserisce nell’ambito del nuovo modello didattico del ministero dell’Istruzione, per fornire ai nostri ragazzi le competenze necessarie a inserirsi nel mercato del lavoro”. Gli studenti hanno quindi presentato i loro progetti a una giuria – presieduta da Segre e composta da Luigi Cimaschi, amministratore delegato e direttore commerciale di Thomson Reuters, Ilan Jaffè, responsabile della Tesoreria di UBI ed ex studente scuola, Carlo Mango direttore dell’area scientifica e tecnologica della Fondazione Cariplo, Katia Marino, direttrice di Digital 360, Adriana Pierelli, general manager di BNY Mellon, e Debora Rosciani, giornalista e conduttrice su Radio 24 – la quale ha selezionato un vincitore, che parteciperà alla finale del concorso nazionale che si terrà a Roma il 22e 23 settembre 2016. Segre ha sottolineato l’importanza fondamentale di stimolare fin dagli anni della scuola lo sviluppo di competenze “che permetteranno non solo scelte più consapevoli per il prosieguo degli studi ma anche l’acquisizione di nozioni su una cultura del risparmio e della gestione del denaro. Una missione utile per il futuro della nostra società – il suo monito – poiché senza queste esperienze crescono poi investitori poco informati e imprenditori poco preparati”. Sconcertanti per lei i dati che riguardano l’alfabetizzazione economica in Italia, che si trova nettamente sotto la media nei 13 Paesi dell’OCSE che hanno partecipato all’indagine PISA sull’alfabetizzazione finanziaria, la quale ha mostrato che solo il 10% degli studenti liceali sa analizzare prodotti finanziari complessi e risolvere problemi finanziari non comuni, mentre il 15% sa, nel migliore dei casi, prendere semplici decisioni per le spese di ogni giorno e riconoscere l’uso al quale sono destinati i documenti finanziari più diffusi, come per esempio una fattura. Sono tuttavia confortanti i risultati raggiunti dai ragazzi della Scuola ebraica di Milano, uno dei tre istituti della città a partecipare al concorso. “Hanno davvero una marcia in più – osserva – e da questa esperienza potrebbero già nascere una nuova collaborazione con alcuni incubatori di startup e l’attribuzione di borse di studio attraverso il progetto di ‘I fuoriclasse della scuola’”. Insomma, conclude, “questi millennials, che siamo tanto abituati a vedere attaccati agli schermi dei loro cellulari, forse non sono così lobotomizzati come crediamo”.
Italia Ebraica, Luglio 2016
(8 luglio 2016)