…partenze

Un post messo in rete dal segretario della neonata Università islamica di Lecce Raffaello Yazal Abdallah Villani è rimbalzato in Israele e ha suscitato le vivaci proteste tanto dell’Unione delle Comunità ebraiche che dell’Ambasciata di Israele in Italia. In questo post, subito cancellato, si invocava una “soluzione finale” per i sionisti. Il post era in realtà di difficile lettura, si parlava di sterminio solo per i sionisti, mentre gli “ebrei reali” erano considerati innocenti. Ma forse che i sionisti sono ebrei immaginari? Dal responsabile di una segreteria universitaria ci si aspetterebbe un maggiore rispetto della lingua italiana.
La gravità dell’accaduto è evidente. Nata come progetto l’anno scorso e non ancora approvata dal Miur, si tratta di un’Università creata soprattutto da convertiti italiani all’Islam (come appunto il Villani e il presidente dell’Università Paladini), volta non esclusivamente a formare iman (teoricamente è aperta alle donne). Sarebbe la prima università islamica italiana. L’Università vuole presentarsi come un luogo rivolto a far conoscere la cultura islamica, a combattere il fondamentalismo, ad incrementare il dialogo. Nulla in contrario a questi obiettivi, ma certo almeno una cosa possiamo dirla, che si è partiti molto male. Il progetto, con questi amici, non ha davvero bisogno di nemici.

Anna Foa, storica

(22 agosto 2016)