Scienza – Israele protagonista
“Nel Dna la cura del futuro”
Un premio con vista Nobel
L’epigenetica è la branca della biologia molecolare che studia le mutazioni genetiche e la trasmissione di caratteri ereditari non attribuibili direttamente alla sequenza del Dna. O, in altre parole, è la scienza che se studiata potrebbe permettere di affidare la propria salute direttamente ai propri geni. E proprio l’eugenetica è l’oggetto di anni di ricerche di Howard Cedar e Aharon Razin, due ricercatori dell’Università Ebraica di Gerusalemme che insieme a Gary Felsenfeld dei National Institutes of Health statunitensi sono stati insigniti del Horwitz Prize, conferito dalla Columbia University di New York. Il premio è un riconoscimento prestigioso, che assume ancora più rilevanza se si guardano le statistiche: su 49 vincitori dalla sua istituzione nel 1967, 43 hanno infatti poi vinto anche il premio Nobel.
A dire il vero sono già diversi anni che Cedar e Razin sono dati per favoriti alla vittoria del Nobel, e questo farebbe di loro i primi israeliani a ottenere l’onoreficenza mondiale più ambita per la Medicina. La loro ricerca riguarda la possibilità di manipolare alcune molecole del Dna, al fine di attivare o disattivare determinati geni. Con l’invecchiamento infatti, le informazioni genetiche contenute nelle cellule possono corrompersi, causando varie malattie e altri problemi, ma imparando a manipolare i geni nel modo giusto, i dottori potranno arginare l’insorgenza di malattie come cancro, Alzheimer e Parkinson.
“Questi tre scienziati hanno portato a compiere enormi passi avanti nella nostra comprensione sul funzionamento della regolazione genica e su cosa succeda quando il processo avviene nel modo sbagliato” ha detto di Cedar e Razin insieme a Felsenfeld Lee Goldman, rettore della facoltà di Medicina della Columbia. “Si tratta di scoperte mediche fondamentali – le sue parole – che potrebbero portare a trovare cure innovative per una serie di malattie”. Concorda Gerard Karsenty, presidente della commissione per il Horwitz Prize, secondo il quale sono state “gettate le basi per un importante nuovo campo di studi”. “Quando le nostre cellule si dividono e si specializzano hanno bisogno di istruzioni su quali geni usare e quali ignorare. L’epigenetica – ha spiegato Karsenty – aggiunge queste annotazioni nel nostro ‘libro di testo’ biologico, e si tratta di un processo cruciale nella fase dello svilippo, che continua poi per tutta la nostra vita”.
Howard Cedar, 70 anni, sei figli, è nato negli Stati Uniti dove ha studiato medicina al Massachusetts Institute of Technology e alla New York University, per poi iniziare a lavorare all’Università Ebraica di Gerusalemme nel 1973 come professore nella facoltà di Biochimica e Genetica delle cellule umane e direttore del dipartimento di Biologia dello sviluppo e Ricerca sul cancro. Tra i vari premi vinti figurano nel 1989 l’Israel Prize per la Biologia e nel 2008, insieme a Aharon Razin, il Wolf Prize per la medicina. Quest’ultimo, 78 anni, è invece nato in Israele, dove è cresciuto a Petach Tikva, e ha compiuto tutto il suo percorso di studi e di ricerca in biochimica all’Università Ebraica di Gerusalemme, qualificandosi come uno dei maggiori ricercatori al mondo nel suo campo. Nel 2004 è stato anche vincitore dell’Israel Prize. Insieme a Felsenfeld, Cedar e Razin costituiscono “un trio il cui lavoro è una dimostrazione straordinaria di quello che serve per fare scoperte scientifiche durature” ha dichiarato Michael Purdy, vicedirettore della ricerca della Columbia University. “Per scoprire nuovi processi, hanno dovuto continuamente sviluppare nuovi strumenti e lavorare con nuovi sistemi. Questo sporito innovativo, insieme alla loro acutezza scientifica – ha concluso – è il motivo per cui meritano pienamente di vincere questo Horwitz Prize”.L’epigenetica è la branca della biologia molecolare che studia le mutazioni genetiche e la trasmissione di caratteri ereditari non attribuibili direttamente alla sequenza del Dna. O, in altre parole, è la scienza che se studiata potrebbe permettere di affidare la propria salute direttamente ai propri geni. E proprio l’eugenetica è l’oggetto di anni di ricerche di Howard Cedar e Aharon Razin, due ricercatori dell’Università Ebraica di Gerusalemme che insieme a Gary Felsenfeld dei National Institutes of Health statunitensi sono stati insigniti del Horwitz Prize, conferito dalla Columbia University di New York. Il premio è un riconoscimento prestigioso, che assume ancora più rilevanza se si guardano le statistiche: su 49 vincitori dalla sua istituzione nel 1967, 43 hanno infatti poi vinto anche il premio Nobel.
A dire il vero sono già diversi anni che Cedar e Razin sono dati per favoriti alla vittoria del Nobel, e questo farebbe di loro i primi israeliani a ottenere l’onoreficenza mondiale più ambita per la Medicina. La loro ricerca riguarda la possibilità di manipolare alcune molecole del Dna, al fine di attivare o disattivare determinati geni. Con l’invecchiamento infatti, le informazioni genetiche contenute nelle cellule possono corrompersi, causando varie malattie e altri problemi, ma imparando a manipolare i geni nel modo giusto, i dottori potranno arginare l’insorgenza di malattie come cancro, Alzheimer e Parkinson.
“Questi tre scienziati hanno portato a compiere enormi passi avanti nella nostra comprensione sul funzionamento della regolazione genica e su cosa succeda quando il processo avviene nel modo sbagliato” ha detto di Cedar e Razin insieme a Felsenfeld Lee Goldman, rettore della facoltà di Medicina della Columbia. “Si tratta di scoperte mediche fondamentali – le sue parole – che potrebbero portare a trovare cure innovative per una serie di malattie”. Concorda Gerard Karsenty, presidente della commissione per il Horwitz Prize, secondo il quale sono state “gettate le basi per un importante nuovo campo di studi”. “Quando le nostre cellule si dividono e si specializzano hanno bisogno di istruzioni su quali geni usare e quali ignorare. L’epigenetica – ha spiegato Karsenty – aggiunge queste annotazioni nel nostro ‘libro di testo’ biologico, e si tratta di un processo cruciale nella fase dello svilippo, che continua poi per tutta la nostra vita”.
Howard Cedar, 70 anni, sei figli, è nato negli Stati Uniti dove ha studiato medicina al Massachusetts Institute of Technology e alla New York University, per poi iniziare a lavorare all’Università Ebraica di Gerusalemme nel 1973 come professore nella facoltà di Biochimica e Genetica delle cellule umane e direttore del dipartimento di Biologia dello sviluppo e Ricerca sul cancro. Tra i vari premi vinti figurano nel 1989 l’Israel Prize per la Biologia e nel 2008, insieme a Aharon Razin, il Wolf Prize per la medicina. Quest’ultimo, 78 anni, è invece nato in Israele, dove è cresciuto a Petach Tikva, e ha compiuto tutto il suo percorso di studi e di ricerca in biochimica all’Università Ebraica di Gerusalemme, qualificandosi come uno dei maggiori ricercatori al mondo nel suo campo. Nel 2004 è stato anche vincitore dell’Israel Prize. Insieme a Felsenfeld, Cedar e Razin costituiscono “un trio il cui lavoro è una dimostrazione straordinaria di quello che serve per fare scoperte scientifiche durature” ha dichiarato Michael Purdy, vicedirettore della ricerca della Columbia University. “Per scoprire nuovi processi, hanno dovuto continuamente sviluppare nuovi strumenti e lavorare con nuovi sistemi. Questo sporito innovativo, insieme alla loro acutezza scientifica – ha concluso – è il motivo per cui meritano pienamente di vincere questo Horwitz Prize”.
f.m. twitter @fmatalonmoked
(8 settembre 2016)