israele – Ritorno sui banchi

netanyahu-visita-scuola-nazaret-rox“Shalom Kitah Alef!”, “Ciao prima elementare!”. È la scritta che campeggia sui cartelloni di molte città israeliane, per festeggiare l’inizio dell’anno scolastico e soprattutto loro, i piccoli cinque e seienni che per la prima volta si cimentano con gli istituti dove passeranno i successivi dieci/dodici anni. Si sono riaperte come da tradizione il primo settembre le scuole in Israele: a tornare sui banchi, secondo le cifre del Ministero dell’Istruzione, 2.232.172 studenti per 4733 scuole (e 18.972 asili). Cioè oltre un quarto della popolazione del paese, per quattro diversi tipi di scuola pubblica: statale, statale-religiosa, haredì e araba. Tra le novità dell’anno scolastico 2016-2017, la riduzione del numero di bambini nelle classi prime e seconde: da una media di 34 a una media di 28, in quello che è percepito come uno dei principali problemi del sistema. Alcuni cambiamenti sono stato apportati anche nei programmi scolastici: tra quelli più significativi, l’introduzione della vita delle comunità ebraiche nei paesi arabi e della loro cacciata nella seconda metà del Novecento, che rappresenta una parte importante della storia dei tanti cittadini di Israele di origine sefardita (tra l’altro secondo quanto riportato dal quotidiano di Haaretz, una delle parti del curriculum che gli insegnanti potranno d’ora in poi omettere per dedicarvi sufficiente spazio è l’ascesa di Benito Mussolini e del fascismo in Italia, la guerra civile in Spagna degli anni Trenta, lo sviluppo della potenza della Roma antica da città-stato a impero).
“Bambini e bambine, vi chiedo due cose: la prima, imparate! La seconda, siate bravi, date ascolto ai vostri genitori e insegnanti” ha dichiarato Netanyahu nel messaggio rivolto agli studenti, e in particolare ai più giovani, per l’occasione. “Desidero che diventiate dottori, scienziati, scrittori, tutto ciò che volete essere e che siate bravi cittadini dello Stato di Israele”.

Rossella Tercatin

(9 settembre 2016)